Ora in Parlamento parità e bicognome ai figli ….. ma dal 1867
a cura di Giacomo Grippa
Il Parlamento sta varando alcune modifiche al diritto di famiglia, riformato nel 1975.
Si tratta della parità fra figlio legittimo e figlio naturale col bicognome.
La legittimazione del figlio naturale, nato fuori dal matrimonio, aveva assicurato a quest'ultimo solo il rapporto di filiazione col genitore che l'aveva riconosciuto, ma non quello di parentela con gli altri familiari, senza quindi conseguenziali diritti successori. Veramente codino il legislatore del 1975, per la immutata fedeltà al modello primario di ispirazione confessionale: il matrimonialismo.
Viene anche previsto il bicognome per i figli, ma solo nel caso di riconoscimento non contestuale da parte dei due genitori.
La cronaca dei lavori parlamentari dà atto dei contributi della relatrice e della prima firmataria del progetto ( dalla Mussolini a Rosy Bindi).
Non vanno sottaciuti limiti e resistenze alla affermazione dei pieni diritti civili, di civiltà, per i minori e la facoltà dei genitori per l'autonoma scelta del bicognome.
Non va dimenticato che nel lontano 1867, un patriota pugliese, Salvatore Morelli, nativo di Carovigno, dopo 12 anni di pena nelle carceri borboniche, da parlamentare, fu il primo in Europa a presentare disegni di legge proprio su questa materia, insieme a quelli per il voto alle donne, il divorzio, la cremazione, la scuola laica.
Il non facile cammino per la laicità della società e il nostro ordinamento giuridico.