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La Fornero, i totem e il lavoro

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Dalle lacrime alla ferma determinazione, la Fornero dichiara: “l’articolo 18 non è un totem (difatti è un articolo dello statuto dei lavoratori conquistato dopo anni di lotte)”…e poi…basta con i lavoratori superprotetti !

Ora tocca al mondo del lavoro, a quei pochi rimasti, visto l’aumento da incubo del ricorso alla cassa integrazione (900 milioni di ore richieste a novembre 2011) e del tasso di disoccupazione, ormai sopra l’8% e che, dati Confindustria, salirà nel 2012 al 9%.

Come l’introduzione del lavoro precario (legge Biagi) ha dimostrato il suo totale fallimento materiale, così ora la neo ministro del Lavoro e delle politiche sociali, con delega alle pari opportunità, presenta la sua ricetta proseguendo nel percorso di chi l’ha preceduta.

Meno diritti, secondo la “scienziata” venuta dalle Banche e dall’Università, significa più diritti…neanche un imbecille saprebbe dire la stessa scemenza !

Secondo la Fornero, cioè, licenziare sarebbe la base di partenza per occupare…è difficile anche a spiegarlo, forse Ichino saprebbe dirlo anche peggio, ma diciamo che l’idea di fondo di questi grandi pensatori è proprio questa…il licenziamento è il volano dell’occupazione…un po’ come dire che il furto è il volano del commercio… Quindi più furti di diritti, più diritti per tutti….o meglio più i “diritti” continueranno a fare i fatti propri.

Perché, cara signora dalle lacrime facili, dovremmo ricordare che qui, nel paese dei “superprotetti” la parentopoli di voi grandi soloni la fa da padrone…o no?

Le vostre famiglie si distinguono per capacità ed intelligenze “rare”, visto che ogni vostro figlio o parente riesce ad ottenere posti di prestigio proprio per le sue capacità…e proprio nei posti dove voi lavorate o dove voi collaborate…sarà un caso…un triste caso del destino…ma accade, sempre, costantemente…così.

I vostri figli, parenti, amici sono sempre i “migliori”, perché voi dei “migliori” vi circondate…e quindi è solo per i meriti che in Italia ci siano i figli dei primari ospedalieri che fanno i primari, i figli dei rettori che fanno i professori universitari, i figli degli attori che fanno gli attori, i figli dei ministri che fanno i consulenti o i consiglieri regionali o i responsabili di fondazioni finanziate dalle banche dove voi poco fa lavoravate (la figlia della signora Fornero è professore associato nell’università dove lavorano entrambi i genitori e responsabile unità di ricerca di una fondazione, la HuGeF, finanziata dalla Compagnia di San Paolo, dove la ministra era vicepresidente).

Noi non siamo all’altezza vostra, non abbiamo “totem” a cui aggrapparci, per noi vale il mercato, da noi non vivono “eccellenze” e se ci sono devono emigrare all’estero per essere riconosciute, per voi vale “il merito” di essere vostri parenti.

Signora ministro si vergogni, si vergogni delle sue lacrime, si vergogni delle sue parole, si vergogni di aver accettato di rappresentare indegnamente il nostro paese…i suoi conflitti d’interesse, il suo passato, i suoi “imbarazzi”, avrebbero dovuto suggerirle di non accettare l’incarico…perchè lei non può, lei non ha alcun diritto, e come lei tanti altri, di parlare di posizioni “intoccabili”.

Gli “intoccabili” siete voi, che continuate a sfruttare la mancanza di serietà ed onestà di questo paese per appropriarvi di tutto, di ogni posto di lavoro, del nostro futuro, delle nostre speranze, di quelle dei nostri figli e dei nostri nipoti.

Voi non siete degni, voi la dignità non sapete neanche da che parte sta…le lacrime non cancellano quanto state facendo ad un popolo intero…cominciate da voi, dai vostri “affari”, dalle vostre parentopoli, dalle vostre “corruzioni”, dai vostri troppo lauti stipendi se volete essere credibili, altrimenti tutto ciò che dite sa di beffa e truffa…e delle beffe e delle truffe molta gente in Italia è stanca !

Fonte: www.reset-italia.net                                       il Pasquino

Ex dipendente di un'azienda d'informatica ormai vicina alla sparizione. Dirigente nazionale dello Slai-cobas nel 2003 iniziò una dura battaglia contro i vertici societari per impedire quella che sembrava, e poi si è rivelata, una vera e propria truffa ai danni dei lavoratori. Veniva licenziato nel 2005 con un pretesto. Vinceva tutte le cause contro l'azienda, che comunque non lo reintegrava nè pagava il dovuto. Attualmente disoccupato con un inutile tessera di giornalista pubblicista.