Ilva, rapporto shock sui tumori: quadruplicati nelle donne. A Taranto mortalità più alta di 11 punti
Il ministero della Salute lancia l'allarme sull'incidenza dei tumori nella zona di Taranto dove si trova l'Ilva e dà il via al biomonitoraggio della popolazione. Dal 2003 al 2009 è aumentata tragicamente l'incidenza su donne e bambini in particolare, secondo quanto emerge dallo studio Sentieri. “I residenti nei quartieri Tamburi, Borgo, Paolo VI e nel comune di Statte mostrano una mortalità e morbosità più elevata rispetto alla popolazione di riferimento, in particolare per le malattie per le quali le esposizioni ambientali presenti nel sito possono costituire specifici fattori di rischio”, ha detto il ministro della Salute Renato Balduzzi. Dai risultati emerge con chiarezza, ha spiegato, uno stato di compromissione della salute della popolazione residente a Taranto, coerente con quanto emerso dai precedenti studi di mortalità e morbosità: per i mesioteliomi pleurici è stato registrato un aumento del 211% nelle donne.
I dati a Taranto non scendono – Le evidenze scientifiche dello stato di compromissione della salute a Taranto giustificano una sistematica opera di risanamento ambientale come quella avviata con il decreto di Autorizzazione integrata ambientale approvato in conferenza dei servizi il 18 ottobre scorso. “Sono un po' sorpreso perché i dati a Taranto tendono a non scendere”, ha detto Balduzzi.”Ho la sensazione che si debba fare qualcosa di più. In sede Aia – ha spiegato – siamo andati per chiedere una svolta, che era già nelle intenzioni del ministro per l'Ambiente. Tutte le nostre proposte sono state accolte. Fra queste quella di avviare un biomonitoraggio sui lavoratori dell'Ilva e sulla popolazione di Taranto con particolare riguardo ai bambini. Abbiamo chiesto ed ottenuto la possibilità di rivedere le prescrizioni dell'Aia in funzione dei risultati del biomonitoraggio. Il ministero concorrerà a coprire le spese per l'avvio di questo sistema di monitoraggio sanitario”.
I risultati dello studio – Questi i dati più significativi sull'incidenza dei tumori a Taranto sulla popolazione adulta: per gli uomini si registra un aumento della mortalità rispetto al resto della provincia del 30% per tutti i tumori, 50% per tumore maligno del polmone, più del 100% per il mesiotelioma e per tumori maligni del rene e delle altre vie urinarie, del 30% per tumore della vescica, della testa e del collo, del 40% per tumore maligno del fegato, del 60% per linfoma non Hodgkin, del 20% per tumore del colon-retto e della prostata e del 90% per melanoma della pelle.
Per le donne tumori sono quadriplicati – Per le donne residenti a Taranto e Statte, sempre a confronto col resto della provincia, si rileva un aumento di incidenza per tutti i timori di circa il 20%. Più 24% dei tumore alla mammella, più 80% del corpo dell'utero, più 48% dei tumori al polmone, più 75% dei tumori al fegato, più 43% dei linfomi non Hodgkin, più 100% dei tumori allo stomaco superiore. I dati del progetto Sentieri mostrano incrementi significativi per tutte le cause nel primo anno di vita e per alcune condizioni morbose di origine perinatale. In sintesi gli aggiornamenti dello studio Sentieri, promosso dal ministero per la Salute, confermano anche per il periodo 2003/2009 negli uomini un eccesso di mortalità per tutte le cause (+14%), tutti i tumori (+14%), malattie circolatorie (+14%), malattie respiratorie (175%), tumori polmonari (+33%), mesioteliomi pleurici (+419%). Nelle donne si conferma, nello stesso periodo un eccesso di mortalità per tutte le cause (+8%), di tutti i tumori (+13%), per le malattie circolatorie, (+14%), per i tumori polmonari (+30%) e per i mesioteliomi pleurici (+211%).
L’incidenza della mortalità – In conclusione “i risultati dell’analisi di mortalità svolta secondo la metodologia del progetto Sentieri mostrano che sia tra gli uomini che tra le donne, in entrambi i periodi considerati, sono presenti eccessi di mortalità per le principali cause di morte, specifiche sedi tumorali e specifiche patologie, come anche per la mortalità infantile”. E “questo quadro di mortalità documenta uno stato di salute dei residenti nel SIN di Taranto sfavorevole rispetto alla popolazione regionale, in particolare per le patologie la cui eziologia ammette fra i propri fattori di rischio accertati o sospettati le esposizioni ambientali presenti nel sito”. Quindi, per gli esperti , “la coerenza delle osservazioni in periodi successivi e in entrambi i generi, come anche la rilevazione di eccessi nel periodo più recente dell`analisi, suggeriscono la necessità di una sistema di osservazione permanente dello stato di salute dei residenti attraverso l‘analisi di dati correnti di mortalità”.
Il parere dei ricercatori – La dottoressa Musmeci ha spiegato che “il trend di mortalità dei trent`anni presi in esame, comprensivo di un focus sui bambini, ha riguardato una sintesi fra fattori ambientali ed aspetti epidemiologici. Tre elementi critici sono emersi riguardo l'area urbana a ridosso dell`Ilva, il benzopirene, che si disperde nell`aria attraverso le polveri, la diossina, che fuoriesce dai camini ed i metalli, che a Taranto non raggiungono concentrazioni tali da determinare effetti sulla salute. La persistenza ambientale di alcuni metalli al suolo, tuttavia, richiede di mantenere alta l'attenzione sulla contaminazione degli alimenti prodotti localmente”. Per il dottor Pietro Comba, “C’è un eccesso a Taranto della mortalità dei bambini nel primo anno di vita, del 20% rispetto al resto della Puglia”. I dati del progetto Sentieri mostrano incrementi significativi per tutte le cause nel primo anno di vita e per alcune condizioni morbose di origine perinatale.
Oncologi: dati preoccupanti – “Non eravamo a conoscenza dei dati sull`incidenza di tumori nella zona dell`Ilva di Taranto, ma si tratta di numeri molto preoccupanti”. Così in una nota Stefano Cascinu, presidente dell`associazione italiana oncologia medica (Aiom), commentando il report del progetto `Sentieri`, sviluppato dall`Istituto superiore di sanità per monitorare i siti italiani inquinati e presentato oggi a Taranto da Balduzzi. Un report dal quale è emerso che, nelle zone che circondano l`acciaieria pugliese, l`incidenza di alcune forme tumorali è aumentata in maniera esponenziale. È stato registrato, ad esempio, un incremento pari a quattro volte di neoplasie femminili. “Purtroppo sappiamo già da tempo del pericoloso rapporto esistente tra l`inquinamento ambientale e il cancro. Come oncologi medici siamo quindi a completa disposizione del ministro Balduzzi – spiega Cascinu – e di tutte le Istituzioni sia per aiutare nella gestione dei pazienti, che per intervenire in materia di prevenzione, primaria e secondaria. Da parte nostra, attiveremo una task force di monitoraggio della situazione, già a partire dal 27 ottobre, data di apertura del nostro XIV Congresso nazionale”.