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situazione Presidio Ospedaliero di Gallipoli, richiesta test/tamponi a tutto il personale sanitario.

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Spett.le
Regione Puglia
c.a. Presidente Michele Emiliano

Spett.le
Azienda Sanitaria Locale (A.S.L.) Lecce
c.a. Direttore Generale Dott. Rollo
c.a. Direttore Sanitario Dott.Carlà

Spett.le
Comune Gallipoli
c.a. Sindaco Dott. Stefano Minerva


Oggetto: situazione Presidio Ospedaliero di Gallipoli, richiesta test/tamponi a tutto il personale sanitario.

La scrivente O.S. Cobas Pubblico Impiego di Lecce, visti i diversi casi di positività al Covid-19 di operatori ASL e alla luce dei nuovi avvenimenti chiede che prima di qualsiasi decisione e prima di qualsiasi azione, di accorpamento o altro all’interno del Presidio Ospedaliero di Gallipoli, vengano effettuati i tamponi a tutto il personale in servizio.
Il COVID-19 è un virus subdolo, si nasconde anche nello stato di salute dell’operatore che è asintomatico ma che potrebbe nascondere la malattia. A tal proposito nella trasmissione televisiva “Petrolio” del 27 marzo, il prof. Guerra sottolinea l’importanza dell’esecuzione del tampone a tutti i sanitari.
Quindi è necessario che vengano eseguiti i tamponi a tutto il personale. Questa cosa è importante per evitare che si ripetano tutti gli eventi verificatisi per l’ Unità Operativa di Medicina. Ma perchè in Veneto si sono fatti i tamponi a tutta la popolazione? Perchè tamponi ad attori, calciatori o a personaggi che dovevano entrare nel grande fratello e niente per gli operatori sanitari? Per loro ci sono i reagenti? Ma che Italia è questa?
Come mai i DPI vengono ripartiti, in base alle necessità, dalla protezione civile di Roma, che giustamente consegna in base alla gravità delle condizioni territoriali, mentre i reagenti basta essere calciatori o personaggi per averli? Chi gestisce questi reagenti?
Bisogna chiamarsi Dybala o Higuain o Valeria Marini per farsi fare il tampone?
Qui in Puglia, nel salento, siamo abbandonati al destino di ciò che avanza? Se avanza…..
Lanciamo un appello al Sindaco Dott.Minerva, prima di qualsiasi decisione rifletta bene sul da farsi e cerchi di guardare la realtà, no quella teorica che vi è presentata nelle sale di conferenze da medici o primari che hanno permesso fino a qualche settimana fa la figura delle extra locazioni anche nel reparto di ginecologia e addirittura di pediatria!, ma quella pratica, quella del lavoro eseguito nei reparti, nelle corsie nelle stanze che hanno aria che non è né negativa né a pressione ma che è “a finestra” e dove sostano 2 o addirittura 4 degenti, quindi si immagini quando questa finestra è chiusa!
In queste condizioni, sono gli infermieri che entrano per rispondere alle esigenze dei degenti e dove anche i medici, ormai, sono restii persino ad eseguire il giro visita per paura di entrare in queste stanze con la finestra chiusa.
Che aria si può respirare in una stanza con la finestra chiusa con 2, 3, o addirittura 4 pazienti? E se tra i pazienti ci fosse un positivo?
Come si fa ad assistere queste persone se non ci sono i DPI adatti?
Perchè in televisione si vedono tutti questi operatori sanitari completamenti sigillati nelle loro tute mentre qui si ha solo una mascherina chirurgica (che non è adatta per questa emergenza)?
Si teme anche per l’incolumità dei pazienti perchè in queste condizioni non si è sicuri nemmeno della propria negatività quindi si ha paura di contagiarli.
Solo l’esecuzione del tampone al personale può dare un certo grado di sicurezza sul lavoro in questo frangente, solo questa accortezza potrebbe garantire una sorta di sicurezza lavorativa vista la carenza dei DPI.
La prevenzione al Presidio Ospedaliero di Gallipoli è rappresentata esclusivamente dalla diagnosi vista l’assenza dei DPI per motivi di crisi generale.
Purtroppo alla mancanza di reagenti ed a tutto il resto si unisce il fatto che tali esami vengono eseguiti in laboratori di altri ospedali che portano ad un rallentamento dell’esito della diagnosi ed a una perdita di tempo. Il risultato di un tampone avuto dopo una settimana di un operatore sanitario o di un paziente implica che tali soggetti possano aver avuto contatti con altri operatori ed altri pazienti vaneggiando così l’esito di una negatività.
In questo caso un Ospedale no-covid quale dovrebbe essere il nostro perché non potrebbe avere in dotazione tutto ciò che serve per eseguire i tamponi? Sarebbe troppo azzardato avere questa attrezzatura per noi figli di un Dio Minore?
Questa dotazione potrebbe quantomeno tutelarci visto la mancanza dei DPI.
Tutte le decisioni prese e tutte le azioni potrebbero risultare vane se non addirittura deleterie se non si considerino alcuni punti.
Con tutte le accortezze del caso ci potrebbero essere sempre e comunque rischi legati ai pazienti asintomatici che si rivolgono al servizio come urgenze non differite, nonché anche le gestanti o pazienti per esempio con un infarto in corso, che anche in presenza di febbre devono essere accolti dal Pronto Soccorso per ovvi motivi. Per tutti questi pazienti è importante individuare dei percorsi specifici, distinti e separati da quelli no-covid quindi bisognerebbe avere dei locali dediti al trattamento di questi “casi dubbi” con personale dedicato che deve essere dotato di DPI a norma.
Si vuole mettere in risalto l’ospedale di Acquaviva delle Fonti, dove hanno dotazioni di DPI (anche se scarse) ma che hanno anche la possibilità di effettuare uno screening dei pazienti in entrata, con esame diagnostico, che garantisce una tutela del personale. Certo è che non ci si può paragonare a tale struttura ospedaliera, alla quale sono stati donati 3 milioni di euro dalla città del vaticano,ma potremmo ispirarci ad essa.
Nel Presidio Ospedaliero di Gallipoli si vuole lavorare in sicurezza. Non dobbiamo essere considerati solo per il bel territorio o per il nostro bel mare, abbiamo anche noi bisogno di essere ascoltati. Il salento non deve essere solo considerato come la bellezza dell’estate, non dobbiamo pagare per gli errori passati della politica o di chi ci ha governato. Si vuole lavorare in sicurezza.
Purtroppo siamo stati assaliti da un evento che mai avremmo potuto immaginare, siamo stati tutti superficiali nella valutazione di ciò che ci sembrava tanto lontano.
Confidiamo nella Direzione che possa cercare con l’aiuto del Sindaco e con la task force una collaborazione per uscire da questa situazione nel miglior modo possibile.
Purtroppo l’unico modo per combattere questo male è quello di annullarlo, e ciò possiamo farlo restando nelle nostre case.
C’è chi ne sarà colpito senza alcun segno e dovrà tenerlo per se stesso cercando di non coinvolgere altri, c’è chi avrà segni più lievi e dovrà combatterlo con le proprie forze o con l’aiuto dei sanitari, c’è chi dovrà combattere tra la vita e la morte, ma resta il fatto che è una sfida che dobbiamo affrontare cercando di non coinvolgere altre persone. Il sacrificio è grande ma solo così potremo uscirne, più persone coinvolgeremo più si allungherà il tempo più rischi per la popolazione.
Questo evento deve scuotere le coscienze, lo stesso presidente Emiliano nella trasmissione della domenica di Mara Venier ha detto che il ruolo della Sanità cambierà dopo questa epidemia.
Il Presidente Emiliano dice: “il segnale è che il danaro, che ha avuto un grande importanza in questi anni ci ha portato a credere che una cosa è giusta se produce un utile invece non è così, una cosa è giusta se serve!” E la Sanità serve!

Lecce, 01 Aprile 2020

Confederazione Cobas Lecce
Cobas Pubblico Impiego
Dott.Giuseppe Pietro Mancarella

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