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Ospedale Perrino di Brindisi infezioni e ricoveri di operatori sanitari

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Più tutele per operatori sanitari e pazienti con DPI, tamponi rapidi e controlli sierologici.

Intanto il Pronto Soccorso deve realizzare subito una mini quarantena di un paio di giorni con un doppio tampone ai malati prima di trasferirli nei reparti, altrimenti la diffusione è garantita.

La notizia di infezioni e ricoveri di operatori sanitari dell’ospedale Perrino, alcuni dei quali impegnati anche in reparti non COVID19, preoccupa molto la nostra organizzazione sindacale. La delicatezza del momento ci impone equilibrio e prudenza, ma il fatto che il 10% dei positivi sia costituito dagli operatori della salute ci fa ritenere che molto si debba ancora fare per la sicurezza di questi lavoratori, fondamentale per sé stessi e per la collettività.
Oltre a ribadire la necessità che siano assicurati i DPI a tutti secondo le indicazioni ministeriali, questa organizzazione sindacale ritiene, per informazioni acquisite, che è ormai necessario ammettere nei reparti non COVID19 solo pazienti in cui si sia preventivamente esclusa con certezza l’infezione in questione. E questo si può fare solo realizzando un loro screening in opportune aree filtro e se i risultati dei tamponi saranno disponibili in breve tempo come in altre parti della Puglia e d’Italia.
Quello dei tamponi a Brindisi ci sembra un ritardo grave soprattutto per i ricoverati ed anche per i lavoratori che ne hanno bisogno proprio per la nota carenza provinciale di posti letto e di personale. A questo riguardo sorvoliamo per il momento sugli effetti che la pandemia avrà sulle persone con patologie croniche non-COVID19.
La nostra organizzazione non entra nel merito delle scelte tecniche e scientifiche, peraltro finora molto contraddittorie, ma osserva che al Policlinico di Bari, forse proprio per avere una visione più completa della forza lavorativa disponibile, si sta sottoponendo tutto il personale sanitario alla ricerca degli anticorpi nel sangue e sembra che questo esame fornisca risultati in brevissimo tempo anche se non può sostituire il tampone ma lo completerebbe.
I COBAS ritengono insomma che per non continuare a depauperare di personale le strutture sanitarie sia necessario premere di più l’acceleratore su misure organizzative e preventive che altrove, dobbiamo purtroppo registrare, sono state messe in campo con largo anticipo. Non vorremmo che il tempo che abbiamo avuto per organizzarci prima che la pandemia ci raggiungesse dalle regioni del Nord, venisse sprecato per irrigidimenti e prove di forza in questo gravissimo momento per nulla necessarie.


Brindisi,03 Aprile 2020

Per il Cobas Roberto Aprile