Cobas Lavoro PrivatoIgiene ambientaleIn evidenzaNews

primo reintegro a Gallipoli per i lavoratori licenziati illegittimamente da Colombo.

0
0

Anche in tempo di pandemia da coronavirus abbiamo buone notizie sul piano lavorativo, un’altra vittoria con reintegro immediato di un lavoratore Cardellini Salvatore del Comune di Gallipoli licenziato dalla società Colombo durante le festività natalizie, finalmente un’altra soddisfazione nel giro di pochi giorni.
Si mette la parola fine all’assurda storia di essere stato prima sospeso con un messaggio sul telefonino e poi illegittimamente licenziato dalla Colombo S.r.l., infatti è stato reintegrato dal Giudice del Lavoro il Dottore Amato Carbone e da domani deve tornare a lavoro.
Il Giudice Amato Carbone ha accolto in pieno il ricorso presentato a difesa del lavoratore Cardellini Salvatore dall’avvocato Piro Francesco e Caracuta Fernando, ha annullato il licenziamento irrogato dalla Colombo ordinando il reintegro sul posto di lavoro nel Comune di Gallipoli, accogliendo “il ricorso e per l’effetto dichiara il diritto del ricorrente alla reintegra nel posto di lavoro nonché al pagamento di un’indennità commisurata alla ultima retribuzione globale di fatto dal licenziamento e sino all’effettiva reintegra (e nel limite massimo di 12 mensilità) oltre al pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali; condanna il resistente al pagamento delle spese di lite”.
Nella sentenza si legge che “va detto che i precedenti penali del ricorrente risalgono a quasi 30 anni fa e che non vi è menzione della sua attuale contiguità rispetto ad associazioni criminali”. Infatti, il sindacato Cobas ha sempre ribadito il concetto che i lavoratori reinseriti da oltre 20/30 anni nel mondo del lavoro e che avevano pagato il loro debito con la giustizia non potevano essere licenziati.
Attualmente abbiamo registrato n.18 reintegre:
1) n.4 reintegre a Gallipoli Caiffa Sebastiano, Carroccia Luigi e Carroccia Giuseppe per Gial Plast e 1 di Cardellini Salvatore per la Colombo;
2)n.3 reintegra a Ugento di Preite Antonio, Civilla Rino e Pizzi Luigi Tommaso per Ecotecnica subentrante a Gial Plast;
3) n.2 reintegre a Parabita di Coronese Antonio e Toma Luigi per AXA subentrante a Gial Plast;
4) n.2 reintegre a San Nicandro Garganico (Foggia) di Buca Vincenzo e Biscotti Massimiliano per Gial Plast.
5) n.3 reintegra a Ostuni (Brindisi) di Lacorte Antonio, Bagorda Luigi e Paparella Biagio, per quest’ultimo Gial Plast ha presentato reclamo;
6) n.3 reintegre a Fasano (Brindisi) Lagalante Nicola, Legrottaglie Giulio e Natola Antonio per Gial Plast.
Una vittoria a Racale di Casole Michele per licenziamento illegittimo subito da parte di Gial Plast con pagamento di 15 mensilità ma non reintegrato sul posto di lavoro perché assunto subito dopo l’entrata in vigore del Jobs Act renziano.
Infatti, la spada di Damocle permane su coloro che sono stati assunti sotto la vigenza del Jobs Act. Alcuni magistrati hanno ritenuto opportuno applicare un risarcimento economico e non anche la reintegra. Una importante apertura viene proprio dalla Suprema Corte che con sentenza n.12174 del 8.5.2019 ha affermato che, anche ai sensi del Jobs Act, l’insussistenza del fatto materiale contestato al lavoratore – che dà luogo alla reintegra dello stesso – comprende non soltanto i casi in cui il fatto non si sia verificato nella sua materialità, ma anche tutte le ipotesi in cui il fatto, materialmente accaduto, non abbia rilievo disciplinare.
Il Jobs act nella parte in cui non prevede una reintegra sul posto di lavoro, a causa di un licenziamento illegittimo è stato ritenuto lesivo dei diritti del lavoratore dal Comitato europeo dei diritti sociali poiché in contrasto con l’art. 24 della Carta sociale europea, che sancisce il diritto alla reintegra per ogni lavoratore ingiustamente licenziato, oppure, se questa non è concretamente praticabile, un risarcimento commisurato al danno subito, senza tetti di legge.

Altro reintegro avuto il 20 gennaio dal lavoratore Carrieri Dario di Ecoworld, che si va a sommare ai precedenti e che purtroppo attualmente a distanza di 5 mesi non è tornato sul proprio posto di lavoro perché la cooperativa ha presentato reclamo.
Grande soddisfazione per il Cobas che non ha mai mollato un istante a stare al fianco dei lavoratori raccogliendo un risultato a dir poco importante.
La preoccupazione adesso rimane per tutti gli altri lavoratori ancora a casa e senza stipendio in tempo di pandemia da coronavirus.
La scrivente O.S. Cobas di Lecce aveva chiesto in data 30 dicembre 2019 un incontro urgente con la società Colombo per comprendere le decisioni poste in essere a seguito della revoca da parte del Tribunale della misura interdittiva antimafia e chiedendo il reintegro immediato dei n.5 lavoratori del Comune di Gallipoli illegittimamente licenziati e senza ammortizzatori sociali.
Brindisi e Lecce, 28 Maggio 2020
Per il Cobas Roberto Aprile e Giuseppe Mancarella



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

99 − = 90