A Roma sabato 17 maggio in piazza contro le politiche liberiste dell’UE e del governo Renzi Basta con l’austerità, la precarietà di lavoro e di vita, le privatizzazioni, per i Beni comuni Ma Alfano fa campagna elettorale e vuole decidere lui dove dobbiamo
Sabato 17 a Roma (P. della Repubblica, ore 14) una grande alleanza sociale, sindacale e politica, che raggruppa tutti i movimenti e le strutture in lotta in questi ultimi mesi, manifesterà contro le disastrose politiche di austerità imposte dall’Unione Europea (e dalla Germania in primo luogo) e applicate in Italia da tutti gli ultimi governi. Il nuovo Grande Imbonitore Renzi, che ha raccolto la staffetta del berlusconismo, sta avviando una nuova stagione di privatizzazione dei Beni comuni, di precarietà di lavoro e di vita per milioni di italiani/e, di attacco ai diritti sociali e del lavoro e alla democrazia politica e sindacale. L'obiettivo è consegnare completamente al capitale privato e ai partiti e funzionari – che gestiscono per sé il capitale di Stato – la ricchezza sociale del Paese, mercificando i Beni comuni e provocando un ancor più drammatico impoverimento di ampie fasce della popolazione, sottoposte a perdita di lavoro, reddito e accesso ai servizi, a danni ambientali e alla salute, alla disperazione individuale.
Il governo Renzi, in piena continuità con i governi precedenti, aggrava le politiche liberiste e, con il decreto Poletti e il Job Act, la precarietà del lavoro; comprime ulteriormente gli spazi democratici delle comunità che patiscono gli effetti delle devastazioni ambientali, delle “grandi opere ed eventi”, delle speculazioni finanziarie e immobiliari; aggredisce, con altri tagli alla spesa, il diritto alla salute, alla scuola e all'Università pubbliche, la conservazione della natura e delle risorse, e di nuovo il pubblico impiego, con altre decine di migliaia di posti di lavoro eliminati e il blocco dei contratti all’infinito. In più, Renzi toglie i residui di rappresentatività alle istituzioni legislative con la nuova legge elettorale, persino più escludente del Porcellum, mentre la già poverissima democrazia sindacale è colpita a morte dall’Accordo tra Cgil-Cisl-Uil e Confindustria che vuole sanzionare il potere oligarchico dei sindacati di Stato, eliminando ogni conflittualità nei posti di lavoro. Tutto ciò in piena sintonia con i poteri economici e politici – in particolare con quelli del capitalismo privato e dello Stato tedesco – che governano l'UE con le distruttive politiche di austerità, il Patto di stabilità, il Fiscal compact e il trattato di libero scambio Usa-Ue (TTIP), cercando di imporre la fine dello stato sociale e la piena mercificazione dei beni comuni.
Per dire basta a tutto questo, e invertire la rotta, è decisiva referendaria del 2011 lotta in questi ultimi mesi, manifesterà contro le disastrose politiche di aus una mobilitazione sociale potente, diffusa e unitaria per la riappropriazione e socializzazione dei Beni comuni, della gestione dei territori, della ricchezza sociale prodotta, di una nuova democrazia. La manifestazione del 17 è l’inizio di un Controsemestre popolare, per la cancellazione delle politiche di austerità, del Fiscal Compact e del TTIP, per il rifiuto dei vincoli UE antipopolari. E bene lo ha capito il governo che la vuole criminalizzare, limitandone la libertà di scelta dei luoghi della protesta. Vogliamo sfilare sotto Cassa Depositi e Prestiti e Ministero delle Finanze, simboli delle privatizzazioni, della precarizzazione del lavoro e della mercificazione dei Beni comuni. Nonostante le modalità pacifiche del corteo, la Prefettura intende vietare tale passaggio: ma la responsabilità è tutta del ministro Alfano che per la sua campagna elettorale fa da settimane la voce grossa contro la libertà di manifestare. Mentre in qualsiasi capitale europea si può protestare sotto le sedi dei presidenti della Repubblica e del governo, a Roma persino la Cassa depositi e prestiti diviene “zona rossa”. Denunciamo la gravità del diniego e ci auguriamo che nelle istituzioni esista ancora qualche voce democratica in grado di fermare l’arbitrio di Alfano e di restituirci la piena libertà di manifestare.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS
14 aprile 2014