Centomila strikers sociali nelle piazze di 30 città
Più di centomila “strikers” nelle piazze di 30 città per lo sciopero sociale
Parte in maniera eccellente la Coalizione dello sciopero sociale, in radicale opposizione alle politiche del governo Renzi e della UE, al Jobs Act, alla Legge di stabilità, al Piano-Scuola, allo Sfascia Italia
Più di centomila “strikers” sociali per 24 ore nelle piazze, nelle strade, nei quartieri popolari, partendo dai luoghi di lavoro e di studio e dai territori di almeno 30 città (con le punte massime di partecipazione a Roma e a Napoli, 20 mila in corteo in entrambe), hanno decretato l’eccellente successo di una grande e originaleCoalizione sociale, di un programma alternativo alla distruttiva austerità e di un metodo di lavoro massimamente democratico ed inclusivo. Non è solo la quantità di partecipanti allo sciopero sociale a decretarne il successo oltre le migliori previsioni, quanto gli elementi di novità che tracciano un percorso fecondo per tutti/e quelli che si oppongono alle catastrofiche politiche economiche e sociali della UE e del governo Renzi. Lo sciopero è stato deciso e articolato in un lungo lavoro di massa, assembleare, altamente inclusivo, paritario e senza gerarchie o egemonie, partendo dal presupposto che il frantumato fronte del lavoro e non-lavoro non può trovare unità e alleanze se non riconoscendo il ruolo paritario di tutti i settori sociali e delle aree organizzate disponibili, eliminando velleità egemoniche e settarismi di sorta.
Lo sciopero ha unito il lavoro dipendente “stabile” e precario, del pubblico impiego e del privato, con la presenza di tutte le tipologie del lavoro più indifeso, precario ma anche gratuito, e di quel piccolo lavoro autonomo, delle partite Iva e non solo, che subisce la crisi quanto il lavoro dipendente; e in piazza gli studenti medi e universitari erano presenti in massa, consapevoli del loro destino di apprendisti precari. Inoltre, con una modalità senza precedenti nella storia degli scioperi in Italia e in Europa, abbiamo manifestato per l’intera giornata, da una mezzanotte all’altra, dando vita in tutta Italia a centinaia di iniziative di grande visibilità e ideando un modello, losciopero sociale di 24 ore, da cui non torneremo indietro.
Abbiamo protestato contro le distruttive politiche di austerità della UE e del governo Renzi, il Jobs Act e l’abolizione dell’art.18, la precarietà e le privatizzazioni, la legge di Stabilità e il Fiscal Compact, il blocco dei contratti nel PI, e la Legge Fornero, e richiesto un reddito minimo garantito, consistenti aumenti di salari e pensioni, significativi investimenti nei servizi pubblici fondamentali (scuola, sanità, trasporti ecc..) e nei Beni comuni, nel diritto alla casa. In particolare studenti, docenti ed Ata hanno espresso il rifiuto del Piano Renzi, dei presidi-padroni, del Sistema di Valutazione con i grotteschi quiz Invalsi, della subordinazione delle scuole alle imprese, richiedendo l'assunzione di tutti i precari/e che lavorano da anni nella scuola, massicci investimenti per l’istruzione ed il recupero salariale per docenti ed Ata di quanto perso per la crisi e il blocco dei contratti, oltre all’immediato pensionamento dei Q96.
Nei prossimi giorni la lotta proseguirà – a Roma davanti alle sedi parlamentari – contro il Jobs Act e la Legge di stabilità in discussione alla Camera e al Senato, mentre domenica 30 novembre a Napoli si svolgerà l’Assemblea nazionale dei Laboratori dello sciopero sociale, nella quale la Coalizione deciderà come proseguire e intensificare le mobilitazioni e come allargare e approfondire l’alleanza sociale che oggi è stata varata con grande successo nelle piazze italiane.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS
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