Cobas di Taranto esprime la piena solidarietà a Riccardo licenziato da Arcelor Mittal
La Confederazione Cobas di Taranto esprime la piena solidarietà a Riccardo licenziato da Arcelor Mittal, la cui unica “colpa” è quella di aver condiviso un post che invitava a vedere la fiction tv “Svegliati amore mio” durante la quale si parla delle devastazioni ambientali di questo territorio ed in particolare del rione Tamburi.
Per quanto questo episodio sia sconvolgente, la cosa non dovrebbe meravigliare più di tanto, in quanto è il naturale frutto malefico delle politiche asservite esclusivamente al profitto di chi è stato e di chi è proprietario di quella fabbrica. Prove ne siano i 12 decreti giustamente denominati “salva Ilva”, nel mentre in questo territorio di inquinamento si continua a morire come se si fosse in guerra.
Ma c’è anche altro. Ad esempio gravissimo è stato l’accordo del settembre 2018 sottoscritto da alcune organizzazioni sindacali che hanno praticamente consegnato (ed oggi c’è ampia dimostrazione) i lavoratori e la città alla mercè di Arcelor Mittal. Infatti da un lato oggi i lavoratori diretti lavorano in condizioni assurde da un punto di vista della sicurezza e sotto continuo ricatto occupazionale, e peggio ancora è la condizione dei lavoratori delle Ditte in appalto.
E per la città non c’è altro da aggiungere ai dati sanitari catastrofici e di alta mortalità come conseguenza della devastazione ambientale. In sostanza al di là delle chiacchiere la realtà è che per i lavoratori ed i cittadini nel cambio fra i Riva ed Arcelor Mittal non è cambiato nulla, anzi! Eppure questa multinazionale è stata glorificata, ma sarebbe bastato farsi una capatina in internet per verificare quanto questa multinazionale ha combinato in tutto il mondo dove ha gestito fabbriche del genere: iperprofitti a spese dell’ipersfruttamento dei lavoratori e di devastazioni ambientali.
Dunque non può fare tutta questa meraviglia quando addirittura i lavoratori vengono spiati nella loro privacy. Anzi lo Stato ed i suoi apparati sono palesi complici più o meno silenti di queste condizioni che si possono definire di schiavitù.
E la situazione in questo paese diventa oggi giorno peggiore perché basti pensare alle violentissime cariche con lacrimogeni sparati ad altezza uomo che hanno dovuto subire i lavoratori della logistica di Piacenza, che oltre questo hanno subito denunce pesantissime e perquisizioni e sequestri domiciliari: insomma sembra essere tornati agli anni 50 ed inizi 60, quando i lavoratori sono morti nelle piazze ed hanno dovuto subire il carcere per rivendicare diritti Costituzionalmente riconosciuti!
Detto tutto ciò e ribadendo la solidarietà a Riccardo, la scrivente pone queste domande:
• Il Garante della Privacy non ha nulla da eccepire su questo episodio?
• Il Governo vuole continuare ad essere silente complice, se non addirittura guardiano con i propri apparati, dei mega profitti, a danno dei lavoratori e dei cittadini?
• Le Organizzazioni Sindacali, cosiddette maggiormente rappresentative e firmatarie dell’accordo con Arcelor Mittal, al di là (forse) di parole di circostanza, non hanno nulla da dire su quanto accade in quella fabbrica? Infine la scrivente Organizzazione Sindacale, ben consapevole che quasi certamente a queste domande non ci saranno risposte, chiede l’immediato reintegro al lavoro di Riccardo.
Taranto, 10 Aprile 2021
Confederazione Cobas Taranto
Salvatore Stasi