Continuano a verificarsi incidenti e morti sul lavoro
Solo pochi giorni fa scrivevamo che l'Italia è il paese dove maggiore è l'incidenza di mortiinfortuni sul lavoro e malattie, spesso mortali, contratte a contatto con sostanze nocive. La strage di Adria è causata dalla mancata osservanza di elementari norme che dovrebbero essere rispettate alla lettera nei lavori in cisterna quando ci sono prodotti chimici pericolosi.
E fate attenzione, queste norme erano presenti fin dal decreto del 1955, oltre mezzo secolo fa.
Ma perché continuano a verificarsi incidenti e morti sul lavoro?
– Per i profitti aziendali, per il risparmio del costo del lavoro (appalti, subappalti), riduzione dei tempi di lavoro, si risparmia sui prodotti, sulle procedure e perfino sui dpi;
– la tutela della salute e sicurezza delle aziende è stata sconfitta per deresponsabilizzare il management e colpevolizzare il lavoratore vittima in nome del cosiddetto errore umano – Chi dovrebbe vigilare è spesso colluso con il sistema politico, all'arpa e alla asl i vertici sono di nomina politica e la politica deve tutelare gli interessi dei poteri forti
– I sindacati hanno trasformato i rappresentanti lavoratori alla sicurezza in un ruolo burocratico quando dovrebbero confliggere con l'organizzazione del lavoro, con i ritmi e i tempi imposti per accrescere il profitto a discapito della nostra salute e sicurezza
– la precarietà del lavoro impone a tuttie di lavorare senza sicurezza;
– i colpevoli degli infortuni se la cavano con una sanzione e non pagano le loro responsabilità.
I sindacati non hanno mai promosso uno sciopero generale contro le morti sul lavoro e le nocività che devastano l'ambiente e massacrano la popolazione.
La morte di un lavoratore è un fatto di cronaca destinato ai giornali ma non un motivo di rabbia, di lotta e di conflitto.
COBAS PUBBLICO IMPIEGO