dichiarazioni Assessore Palese e gestione dei Pronto Soccorso.
La scrivente O.S. Cobas Pubblico Impego di Lecce apprende dalla stampa di dichiarazioni molto forti dell’Assessore alla Sanità Rocco Palese nei confronti di un professionista che da anni, si occupa della salute dei leccesi e territori limitrofi; dichiarazioni che sicuramente faranno rumore e di cui, probabilmente, non si capirà completamente la motivazione che le ha scatenate, a meno che l’assessore non spieghi. Per questi motivi si esprime solidarietà e vicinanza al Medico del Fazzi il Dott.Fracella e a tutti i suoi colleghi che ogni giorno lavorano per tutelare la salute di tutti i cittadini ruolo che spesso sfugge alla politica.
In questa epoca, nel Salento, abbiamo delle certezze assolute:
1) Il caldo africano con siccità;
2) Le ondate pandemiche da COVID19;
3) I pronto soccorso molto più intasati in estate;
4) I vertici della ASL Lecce, incapaci di capire la ciclicità di cui sopra e, nonostante tutto, costantemente premiati.
5) L’assessore regionale alla Sanità di turno che, pur copiando probabili soluzioni da altre Regioni, non capisce che quelle soluzioni copiate, hanno bisogni di metodi attuativi peculiari, predisposti da individui con capacità gestionali sopra la norma.
A questo punto della descrizione il cerchio si chiude e, come al Monopoli, si torna al punto 4 in una costante e inesorabile ciclicità senza soluzione.
Come si può avere difficoltà a capire che spostare medici da reparti in sofferenza verso i Pronto Soccorso in agonia, genererà tanti reparti in agonia.
Come si può avere difficoltà a capire che anche i Medici di Pronto Soccorso hanno caratteristiche e competenze specifiche.
Per prestare servizio come medico di Pronto Soccorso occorre aver conseguito la specialità in Medicina e Chirurgia d’accettazione e d’urgenza o in discipline equipollenti, strano che l’Assessore regionale alla Sanità non si ricordi queste cose prima di impartire “ordini di scuderia”.
La sanità regionale da diversi anni, per ovviare alla carenza di personale ha offerto il posto di medico di Pronto Soccorso ai neolaureati in medicina, i quali, benché bravissimi sono “senza esperienza”, in quanto servirebbe una specializzazione precisa per coprire quel ruolo importantissimo, di smistamento e gestione.
La Regione Puglia dispone che “I Dirigenti medici di tutte le unità operative degli ospedali prestino servizio presso il Pronto Soccorso” praticamente afferma che tutti i medici sono uguali dimenticando che per operare in quel reparto occorre aver conseguito una specializzazione ben precisa o equipollente.
Come si può avere difficoltà a capire che senza una ricalibrazione della Medicina Territoriale, i Pronto soccorso resteranno perennemente in agonia.
La scrivente O.S. Cobas Pubblico Impego azzarda una risposta: leggere i punti 4 e 5.
Si legge anche di varie proposte per la soluzione delle liste d’attesa troppo lunghe, fatte, naturalmente, anche da chi quell’ambiente non lo conosce.
Bloccare l’intramoenia, sarebbe solo l’ennesimo regalo agli operatori privati e non cambierebbe la situazione.
Si potrebbe provare il budget di reparto, questo presupporrebbe il coinvolgimento, nelle politiche di spesa, di tutti i soggetti di ogni reparto, ma l’istituzione dei dipartimenti, come è stato fatto, va nella direzione opposta.
La scrivente O.S. Cobas Pubblico Impego propone anche che tutte le liste d’attesa, degli operandi, di chi deve fare una visita specialistica o anche un esame, siano gestite dalle Direzioni Mediche di presidio, come dovrebbe essere per legge; questo toglierebbe ogni discrezionalità, in relazione alle tempistiche, a chi deve poi effettuare quella visita, esame o intervento e eliminerebbe un atto odioso ed elitario: le visite in intramoenia al fine di saltare la lista d’attesa. Tutti questo, fatte salve le urgenze.
Naturalmente, queste direttive devono valere anche per i privati, altrimenti, anche in questo caso, sarebbe un regalo alla sanità privata.
Lecce, 04 Luglio 2022
Confederazione Cobas Lecce
Cobas Pubblico Impiego
Dott.Giuseppe Pietro Mancarella