Dieci anni fa veniva barbaramente assassinato Carlo Giuliani
di Salvatore Stasi
Care/i, oggi esattamente dieci anni fa veniva barbaramente assassinato Carlo Giuliani durante quella macelleria messicana (tale l’ha definita un poliziotto riferendosi alla scuola Diaz) che è stata Genova 2001. Nel decennale un servizio che ho visto e che mi è sembrato meno disonesto degli altri è stato quello proposto da blob domenica scorsa e se qualcuno può recuperarlo può guardarselo. E’ certamente importante non solo ricordare quegli accadimenti, ma riproporsi oggi in questo periodo ed in quella città per rilanciare tutte le problematiche (che facili profeti siamo stati!) che quelle giornate ponevano e che oggi ci ritroviamo sulla nostra pelle: la precarietà della vita e del lavoro, le devastazioni ambientali, le guerre per il petrolio per il profitto e neo-coloniali, la distruzione di qualunque forma di welfare, l’attacco frontale alla sanità ed alla scuola pubblica, la privatizzazione dei beni comuni a partire dall’acqua e chi più ne ha più ne metta. Purtroppo personalmente per svariati motivi non ci sono e non potrò esserci a Genova in questi giorni (e sono amareggiatissimo per questo), ma invito tutte/i coloro che possono, a partecipare attivamente alle discussioni, alle manifestazioni per essere protagonisti del riannodare del filo dei movimenti e del rilancio delle lotte altermondialiste. Ma voglio tornare a Genova del 2001 proprio per evitare la distorsione della realtà di quanto accadde in quei giorni e perchè il filo della memoria non sia mai spezzato. Parlo in prima persona, ed ovviamente per esperienza diretta, ma certamente credo di interpretare il pensiero di tutte/i le/i partecipanti a quelle giornate, anche nella molteplicità delle posizioni politiche, lì divenute un arricchimento avendo come base comune l’avversione alle devastanti politiche cosidette neo-liberiste. Ed in comune c’è anche la violentissima e preordinata repressione di piazza, nelle caserme e nelle carceri che non ha fatto alcuna distinzione nel movimento fra “buoni” e “cattivi” e cosiddetti “violenti” e “non-violenti” (che qualche imbecille continua ancora a riproporre): i feriti, i carcerati, i torturati erano di posizioni politiche anche molto differenti, senza contare i giornalisti, i sanitari e gli avvocati. A proposito di quegli imbecilli, ricordo loro che se proprio una distinzione fra buoni e cattivi vogliono farla, prendano esempio dai valsusini e dal movimento no-tav. Nel ricordare che contro di loro è stato usato il “metodo genova” come loro stessi l’hanno definito, hanno dichiarato a chiare lettere che da una parte c’era chi aveva preordinato a tavolino la violenza contro il movimento no-tav e dall’altro c’era chi quella violenza l’ha subìta, fossero sindaci, o settantenni, o bambini, o chi portava protezioni contro i gas lacrimogeni e da quella violenza dovevano difendersi: infatti si sono definiti tutti no-tav punto e basta. Tornando a Genova per ricordare cosa è realmente stata basta riportare la condanna di Amnesty International con queste lapidarie parole: “Il G8 di Genova è stata la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale”. Ma come si sa, Amnesty International è un notorio covo di bolscevichi, anarchici e black block. Senza contare le proteste di tantissime ambasciate per le violenze subìte da propri cittadini. Un morto, 1.500 feriti (più o meno ufficiali), violenze gratuite contro i manifestanti, cariche a freddo,, torture, carcerazioni, la macelleria della Diaz, i successivi processi farsa contro decine e decine di manifestanti (fra cui chi vi scrive) sono l’indice più chiaro della scelta politica presa a tavolino di attaccare e distruggere militarmente e giudiziariamente il movimento nella sua molteplicità. Il resto è mero tentativo di invertire la realtà di 180 gradi. I mandanti di quella macelleria siedono tranquillamente nel Parlamento di questo paese. Il sig. Fini, il “democratico”, che ancora deve spiegare cosa ci faceva da vice presidente del Consiglio insieme al comandante generale dei carabinieri in “sala operativa”, mentre si massacrava la gente in piazza. O il sig. Castelli che ha visitato Bolzaneto ed afferma che era tutto regolare. O il Sig. Scajola che da ministro dell'interno non ha sentito i dovere di dimettersi dopo quel massacro, mentre il suo omologo svedese per un ferito molto grave a Goteborg si dimise immediatamente. Scopro l'acqua calda dicendo che massacrare il movimento è stata una direttiva politica, garantendo anche le dovute coperture. Non si spiegherebbe altrimenti come mai tutti i condannati per i fatti di Genova da Di Gennaro in giù hanno goduto di varie promozioni. Ma non solo. I reati per cui sono stati condannati sono destinati ad andare in prescrizione. Ciò anche grazie alla scelta bipartisan di non introdurre il reato di tortura nel nostro ordinamento giudiziario. E non parliamo dell'altra scelta, sempre bipartisan, di istituire una seria commissione di inchiesta sui fatti di Genova. E fra questi figuri poi si annidano coloro che parlano di buoni e cattivi e di violenti e non violenti nel movimento: ma sparite dalla faccia della terra! E vogliamo ancora ricordare le prove costruite ad arte contro i manifestanti e i massacrati della Diaz? O le immagini dei carabinieri che sono stati fotografati mentre si travestono da black block? Ma soprattutto voglio ricordare a me e a tutte/i che l'assassino di Carlo Giuliani è ancora in libertà! E dico anche che la mia idea è che l'assassino non è Placanica, ma qualcuno molto più in alto, di cui allora si vociferò, e che si era già distinto, durante le cosiddette operazioni umanitarie all'estero, proprio quelle operazioni nelle quali si sono scoperti stupri contro le donne inermi e violenze gratuite sui civili.Placanica è stato l'utile idiota da dare in pasto alla pubblica opinione con chissà quali promesse. Ma evidentemente quelle promesse sono state poco, o per evitare rischi successivi a Placanica gli accadde uno strano “incidente” con la sua auto alla quale erano stati manomessi i freni. Basta tutto ciò per avere un rigurgito ed un fremito di rabbia e di ribellione? Io credo di si, sebbene qui sia raccontata una minima parte degli accadimenti di quei giorni e dei periodi successivi. Ed è per questo che noi da Genova dobbiamo ripartire. Da quanto allora ponevamo in termini di rivendicazioni e previsioni. Oggi a distanza di dieci anni possiamo dire che avevamo maledettamente ragione, e quando hai ragione da vendere e i movimenti nascono e crescono autonomamente sulle singole tematiche il potere usa tutte le forme a propria disposizione per frenare questa crescita: dalla cooptazione alla violenza militare di piazza e stragista. E da Genova ripartiamo per riannodare le fila dei movimenti. Del resto non ripartiamo dal nulla, ma, giusto per ricordare le ultime fasi, quanto sta accadendo nel nord africa fino a diversi paese arabi, le battaglie (vinte) sull'acqua pubblica e contro il nucleare, le battaglie sui beni comuni, contro le discariche etc., la resistenza ancora putroppo minoritaria contro i diktat di Marchionne, e chi più ne ha più ne metta, sono la strada collettiva per conquistare quel nuovo mondo oramai indispensabile, di cui tanto abbiamo parlato e parliamo. Tutto ciò lo dobbiamo peraltro a Carlo e a tutti i Carlo che nel corso della storia dell'umanità per conquistare i diritti inalienabili negati, hanno perso il bene più più prezioso: la vita. Per questo concludo rammentando a me e a tutte/i che CHI NON HA MEMORIA NON HA FUTURO.
Un abbraccio a tutte/i Salvatore Stasi Cobas Lavoro Privato