Grillo: “Altro che smacchiare il giaguaro, il Pd cambia le leggi per salvare Berlusconi”.
“Per gli amici del giaguaro, quelli che dovevano smacchiarlo, le leggi che lo riguardano non si applicano e, se si è costretti a farlo, si cambiano”. Beppe Grillo, dal suo blog, affonda la lama contro Enrico Letta e Pd, impegnati a suo dire nel salvataggio politico di Silvio Berlusconi dai possibili effetti delle sentenze giudiziarie sulla sua attività istituzionale.
“Ineleggibile o incompatibile? Salvare ancora Berlusconi o dopo vent'anni di inciuci – ironizza Grillo parafrasando Shakespeare per commentare la proposta del Pd per superare l'ineleggibilità- dimostrare di essere qualcosa di più di un ectoplasma politico? Questo è il problema per il pdmenoelle. Se sia più nobile d'animo sopportare gli oltraggi dell'opinione pubblica, i sassi e i dardi della propria sepolta coscienza, o buttar fuori dal Parlamento un evasore ineleggibile. Tale dilemma non esiste. Tra “Essere e non essere” il pdmenoelle ha sempre scelto, in nome di comuni interessi, di “Non essere””.
“Di fronte alla improvvisa perdita del suo azionista di riferimento per ineleggibilità – attacca ancora Grillo- il pdmenoelle non ha avuto esitazioni: ha certificato la propria “non esistenza”, sulla quale pochi in realtà avevano dei dubbi. I parlamentari pdmenoellini Luigi Zanda e Massimo Mucchetti hanno presentato un disegno di legge per modificare la legge 361 del 1957 sulla ineleggibilità per i casi di conflitto di interesse sostituendola con il principio di incompatibilità. Berlusconi avrà quindi un anno per scegliere fra le sue aziende o la politica. Nel frattempo potrà rimanere tranquillamente in Parlamento invece di esserne cacciato. Senatore tra i senatori”.
“Il provvedimento di urgenza che, se approvato, sarà già esecutivo il giorno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale – ha sottolineato ancora – è stato reso necessario, improrogabile, dalla richiesta del MoVimento 5 Stelle di dichiarare ineleggibile Berlusconi a norma di legge. Una legge mai fatta applicare dai governi del pdmenoelle dall'ingresso in Parlamento di Berlusconi nei primi anni '90, chissà perché”.
“Il testo di incompatibilità – ha concluso Grillo– è sottoscritto, oltre che da Mucchetti e Zanda, da un battaglione di 23 salvaberluschini, senatori nominati del pdmenoelle: Fedeli, Martini, Chiti, Gotor, Mirabelli, Migliavacca, Tomaselli, Tonini, Tocci, Guerrieri, Del Barba, Collina, Di Giorgi, Corsini, Zanoni, Lo Moro, Tronti, Pizzetti, Mauro Marino, Dirindin, Fattorini, Pagliari, Rita Ghedini”.
Definizione di ineleggibilità e incompatibilità dei parlamentari
L’INELEGGIBILITÀ:è dovuta alla particolare carica del soggetto, che può porlo in una posizione di vantaggio rispetto ad altri candidati(è il caso di dirigenti di imprese che hanno rapporti con lo stato). Se in presenza di una causa di ineleggibilità un soggetto sia comunque eletto, la sua elezione viene dichiarata nulla dall’organo competente.
L'ineleggibilità parlamentare è una situazione giuridica che influisce sulla capacità di ogni cittadino italiano di essere eletto al Senato della Repubblica o alla Camera dei deputati. Secondo una tradizionale definizione dottrinale, consiste in un impedimento giuridico a costituire un valido rapporto elettorale per chi si trova in una delle cause ostative previste dalla legge.
La presenza di una causa di ineleggibilità, essendo una causa ostativa alla presentazione della candidatura, se accertata, ha l'effetto di invalidare l'elezione.
Le cause di ineleggibilità che sopraggiungono nel corso del mandato elettivo, prendono il nome di ineleggibilità sopravvenute.
L’INCOMPATIBILITÀ: impossibilità materiale di ricoprire contemporaneamente due cariche: quindi si deve optare per l’una o per l’altra (giudice della corte costituzionale e deputato): in caso contrario è lo stesso ordinamento che lo fa decadere da una delle due cariche. L’incompatibilità a differenza dell’ineleggibilità, non impedisce la regolare elezione ad una carica ma impone solo una scelta tra il nuovo ed il precedente ufficio ricoperto.
Diverso è il fondamento giuridico che sta alla base delle due figure: le ineleggibilità mirano a garantire la parità di chances tra i candidati; invece, le incompatibilità sono volte ad assicurare che esercizio delle funzioni elettive non sia minacciato da conflitti di interessi.
Le cause di ineleggibilità hanno natura invalidante è determinano la nullità della stessa elezione; le cause di incompatibilità sono invece, caducanti e producono la decadenza del titolare della carica elettiva se questi non sceglie fra le due cariche.
Incapacità elettorale passiva: che discende dalla sussistenza di quelle cause che fanno venire meno lo stesso elettorato attivo, il cui godimento è il presupposto dell’elettorato passivo. L’incapacità elettorale impedisce le stessa iscrizione nelle liste elettorali e la partecipazione alla competizione elettorale.
Non Candidabilità: divieto per alcuni soggetti di presentare la propria candidatura (è il caso di coloro che hanno riportato condanna definitiva per alcuni delitti particolarmente gravi).