Ilva di Taranto, aggiornamento situazione dopo il ” riesame”
Martedì 7 agosto si è pronunciato il Tribunale del Riesame rispetto la chiusura di varie aree dell’Ilva; la decisione pur riconfermando la chiusura, è un palese compromesso al ribasso che ha risentito delle “pressioni” politiche,sindacali ed istituzionali.
Sostanzialmente permette all’Ilva la “facoltà d’uso, nella contestualità dell’obbligo a mettersi in regola con le normative vigenti ed inoltre affida le chiavi dell’operazione non più ad un esterno ma all’attuale direttore Ferrante”. Decisione pilatesca e scaltra, in quanto se l’Ilva dovesse chiudere la colpa non sarà certo addebitabile ai giudici ! In realtà questa decisione è una vera e propria maschera d’ossigeno data alla moribonda Ilva.
Questa è la valutazione di tutti i componenti il Comitato che l’8 agosto, hanno convocato una conferenza stampa in relazione alle preannunciate 41 denunce per il 2 agosto (smentendo tutte le falsità su quella manifestazione) e per ribadire gli obiettivi del Comitato alla luce del “ dispositivo del riesame”.
Esplicitamente si è detto che la decisione di far continuare la produzione nel mentre l’Ilva deve mettere in regola, è una sciocchezza tecnica, in quanto è impossibile da realizzare e non bisogna certamente essere tecnici di siderurgia per capirlo: è come cambiare un pezzo meccanico o l’olio ad un auto in corsa! Inoltre è impossibile dare copertura ai parchi minerali (le cui polveri sono estremamente inquinanti) data la vastità degli stessi. Affidare poi a Ferrante le chiavi dell’operazione è un'altra contraddizione, in quanto in quella persona si identificano il controllore ed il controllato: in sintesi e con chiarezza si è detto che la decisione del riesame è quella “ di una bombola di ossigeno fornita all’Ilva”.
Ciò anche perché essendo questo stabilimento estremamente obsoleto (la durata media massima è di 45 anni , l’Ilva di Taranto ha già superato i 50!) questa decisione darà realisticamente altri 2/3 anni di superprofitti a Riva, che poi inevitabilmente chiuderà; del resto questa è sempre stata la prospettiva di Riva che acquistò l’Ilva nel ’95 , praticamente a costo zero.
Ovvero, tirare il collo a questa gallina dalle uova d’oro e poi mandare tutti a casa a spese del contribuente. Non a caso in questi anni, l’Ilva non solo non ha messo in atto il benché minimo adeguamento alle norme ambientali e di salvaguardia della salute, ma non ha mai messo in regola gli impianti da un punto di vista antinfortunistico, prova ne siano i tantissimi infortuni e gli omicidi sul lavoro.
Nella conferenza stampa si è ribadito la risibilità delle denunce e le responsabilità complici di sindacati, partiti e istituzioni nell’avere accordato all’Ilva i disastri passati,presenti e futuri; in particolare è stato denunciato il ruolo dell’Arpa che puntualmente ha disatteso sia la protezione della salute che quella del territorio ; infine ,è stata puntualizzata la perdurante e voluta assenza del “ pubblico registro dei tumori”, una certificazione che di per se avrebbe dimostrato le colpe dell’Ilva e dei suoi proprietari.
Terminata la conferenza stampa ci si è spostati al rione Tamburi per la programmata assemblea pubblica in piazza. L’iniziativa popolare si è svolta alla presenza di 400 persone , in gran parte lavoratori e residenti a Tamburi.. La determinazione e la forza degli interventi- molti fatti dalla gente del quartiere, anche emotivamente molto duri a fronte di decessi e malattie terminali- si sono coniugati con l’impegno esplicito a moltiplicare iniziative, stilando già il calendario delle prossime.. Stimolanti gli interventi di una donna, che ha parlato a nome dei mitilicoltori che richiedono di svolgere con loro una iniziativa nel quartiere di Taranto Vecchia, e dei giovani del rione Tamburi che preannunciano che si stanno costituendo in comitato del quartiere in perfetta sintonia con le metodologie ed obiettivi del “Comitato dei cittadini liberi e pensanti”;c’è stato anche l’intervento di un attore tarantino, Michele Riondino, che è arrivato a sostenere la necessità di strappare collettivamente le schede elettorali, sostenendo a spada tratta il percorso del Comitato
Insomma altri passi avanti significativi e duraturi si annunciano, dopo lo splendido risultato del 2 agosto, con un palese protagonismo dal basso e con un risveglio socio-culturale che sta contagiando le coscienze di buona parte della popolazione tarantina e del territorio pugliese.
Taranto, 9 Agosto 2012 Confederazione Cobas di Taranto