Incontro Cobas, delegazioni di lavoratori delle sedi della Provincia di Lecce, Cisternino e Fasano, con Gial Plast
La scrivente Organizzazione Sindacale COBAS Brindisi e Lecce comunica che il giorno 19 luglio si è tenuto un incontro sindacale a Taviano presso la sede Gial Plast in via Lagrange a Taviano per i 30 licenziamenti.
Il Sindacato COBAS, rappresentato da Roberto Aprile e da Giuseppe Mancarella, ha chiesto la reintegra sul proprio posto di lavoro dei lavoratori illegittimamente licenziati.
In questa vicenda gli unici a pagare il prezzo più̀ alto sono i 30 lavoratori e le rispettive famiglie che oltre a rimetterci il posto di lavoro hanno rimesso la dignità̀ personale e familiare.
Il posto di lavoro rappresenta l’unica fonte di sostentamento e di sicurezza economica per le famiglie dei lavoratori licenziati da Gial Plast.
Vista la situazione attuale, in cui gli organi societari di Gial Plast S.r.l. sono stati riabilitati dal Tribunale di Lecce a svolgere l’ordinaria e straordinaria amministrazione, viene meno il giustificato motivo oggettivo a cui il datore di lavoro ha fatto ricorso per attuare prima le sospensioni cautelative e successivamente i licenziamenti
Questi lavoratori prestavano il proprio servizio nel settore ambientale da diversi anni in quanto provenivano da passaggi tra ditte appaltanti ai sensi dell’art. 6 del C.C.N.L. di categoria.
Attualmente ancor di più̀ si avvalora la tesi per la quale i licenziamenti debbano essere revocati con il ritorno al lavoro immediato; già̀ da prima, con intervenuta l’ interdittiva antimafia, la Prefettura di Lecce non aveva mai dato indicazione di licenziare quei 30 lavoratori incappati in qualche disavventura penale moltissimi anni fa per cui adesso, giunta la sospensione della interdittiva antimafia alla Gial Plast da parte del Tribunale di Lecce, si appalesa sempre di più che i licenziamenti sono e restano illegittimi.
Il Sindacato COBAS chiede che a seguito di questo incontro la vicenda venga sottoposta all’attenzione del Dott. Bellantone, nella sua qualità̀ di Amministratore Giudiziario, e di conseguenza chiederà di conoscere i motivi ostativi per i quali tale personale non può essere reintegrato sul posto di lavoro essendo venuto meno il giustificato motivo oggettivo alla base dei licenziamenti.
La Gial Plast ha risposto invece che ha ritenuto opportuno procedere nei termini e nelle modalità̀ espletate.
La stessa ha affermato che oggi la società̀ Gial Plast è sottoposta ad un Controllo Giudiziario da parte del Tribunale Penale di Lecce pertanto ogni istanza può̀ essere presentata al Datore di lavoro ma dovrà̀ passare necessariamente al vaglio dell’Amministrazione Giudiziaria e per quanto riguarda la richiesta di reintegra, la Gial Plast manterrà̀ la posizione già assunta.
Nella Repubblica Italiana tutti i cittadini hanno diritto a lavorare per il sostentamento proprio e della propria famiglia, infatti la Costituzione prevede all’art.1 che l’Italia è fondata sul lavoro che rappresenta il principio cardine su cui si è costituito l’ordine democratico e che subordina l’attività̀ lavorativa al rispetto delle leggi della civile convivenza, del codice civile e dei contratti collettivi nazionali.
Dal combinato disposto tra l’art.1, art.3 e art. 27 comma 3 della Costituzione e altre disposizioni di legge si evince che la Repubblica italiana deve garantire il lavoro a tutti i cittadini anche a quelli che si sono macchiati in passato di reati senza distinzioni per avere il reintegro sociale.
Spesso ove possibile l’ordinamento giuridico prevede che il recupero sociale di quei cittadini che si sono macchiati di reati avvenga proprio tramite il lavoro, addirittura in alcuni casi a chi è detenuto viene concessa la possibilità̀ di uscire dal carcere per andare a lavorare.
A conferma di quanto sopra ci sono in vigore diverse disposizioni di legge che prevedono incentivi per i datori di lavoro che assumono questi cittadini che abbiamo commesso reati.
Per questi motivi riteniamo illegittimi i licenziamenti effettuati da Gial Plast nelle Provincie di Lecce, Brindisi e Foggia e ne chiediamo l’immediato reintegro lavorativo.
I lavoratori ribadiscono con forza “non siamo mafiosi ma vogliamo solo lavorare” ma abbiamo ricevuto una doppia condanna: una per aver espiato pene decine di anni fa e la seconda non poter lavorare per sostenere le nostre famiglie.
Lecce, 19 Luglio 2019
Confederazione Cobas Puglia
Cobas Lavoro Privato
Aprile Roberto
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