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Le Province ridotte al rango di enti di servizio

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Ha ragioni da vendere Il sole 24 ore laddove scrive che la legge  di stabilità 2015 chiude un percorso iniziato anni prima con l'obiettivo di cancellare le Province riducendole a semplici enti all'interno di aree vaste, nell'ottica – diciamo noi-. di accorpare i comuni, di ridurre il personale e il costo dei servizi, di ridurre a poca cosa la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali, allontanando da loro ogni concreta possibilità di controllo e indirizzo .

Un processo che ha ripercussioni negative anche sulla democrazia e riduce la contrattazione sindacale a poca cosa, di questo pensiamo si debba parlare evitando di liquidare la legge Delrio in una sequela di emendamenti che alla fine lasciano in piedi l'impianto della controriforma delle province e della pubblica amministrazione.

Se oggi i lavoratori e le lavoratrici della Pubblica Amministrazione sono disorientati e sempre più subalterni al Governo è perché il messaggio loro trasmesso è dettato da confusione, non si mette in discussione il Governo e le ragioni dello smantellamento dei servizi pubblici. E di questi argomenti dobbiamo parlare anche nella campagna rsu sottraendoci alla logica dominante delle promesse e alla compravendita dei voti che in numerosi enti è già iniziata all'insegna del sindacato clientelare la grave carenza di risorse che in una fase così delicata rischia di alterare il processo generale di riallocazione delle funzioni definito nella Legge Delrio e di determinare scompensi non trascurabili sul sistema delle autonomie. Nonostante i miglioramenti introdotti con il maxi-emendamento, ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza che sarà esaminata presumibilmente nel corso dei prossimi incontri della Conferenza Stato Regioni – in una specie di braccio di ferro dall'esito non scontato.

Intanto prendiamo atto che le risorse destinate agli enti locali e alla sanità, alle Regioni (che saranno -dopo Camera di Commercio e Province i prossimi obiettivi da colpire) sono in costante diminuzioni e ormai la stessa Corte dei Conti spiega che i tagli spingono i servizi al collasso. Nessuna politica di rilancio del Pubblico potrà esimersi dal destinare maggiori risorse economiche, nessun rilancio potrà esimersi dal salvaguardare anche il personale degli appalti.

La legge di stabilità aveva un obiettivo, quello di tagliare risorse e lo ha fatto senza preoccuparsi delle conseguenze creando anche una gran confusione con leggi regionali sulle province in contrasto tra loro.

La legge di stabilità 2015 ha di fatto stravolto perfino la legge Delrio laddove  il trasferimento di funzioni non viene seguito dalle rispettive risorse economiche, insomma si scaricano oneri e costi sulle Regioni ma ci si occupa poco o niente dei servizi, dei lavoratori e delle stesse funzioni. Tutto ciò è stato spiegato dai sindacati maggiormente rappresentativi? Manco per sogno

Tra Delrio e legge di stabilità le province passano da enti autonomi a soggetto al servizio e a supporto dei Comuni ma nessuno spiega che i Comuni non sono in grado di assolvere ruoli e funzioni fino ad oggi di competenza delle Province.

Il Governo poi inviando i lavoratori delle province negli enti locali avrà una gatta da pelare di non poco conto perché queste assunzioni dovranno essere fuori dal computo, quindi non rientrare nei vincoli ai quali sono ancora soggetti nel rapporto tra spese correnti e spese di personale. C'è poi la questione del salario accessorio sulla quale i sindacati confederali si stanno buttando a capofitto nel timore che il fondo della produttività degli enti destinatari non sia adeguatamente rifinanziato in virtu' dei nuovi ingressi. Insomma non si ragiona nel merito dei servizi, della Pa, delle funzioni ma solo guardando ad aspetti secondari da gestire in ambiti clientelari (non una mobilitazione contro il blocco dei contratti e la mancata stabilizzazione dei precari per intenderci).

E anche la disciplina della mobilità per cgil cisl uil non è da contrastare ma da regolare con i soliti criteri, non è casuale che la contrarietà alla decisione , via twitter, del Ministro Madia di trasferire 1000 dipendenti della provincia ai ministeri, non entra nel merito delle questioni (per esempio spiegando la ragione per la quale i ministeri sono oggi senza personale avendoli colpiti duramente con tagli da 5 anni a questa parte), si limita solo a rivendicare la concertazione, quella concertazione che ha ridotto il sindacato all'impotenza e i lavoratori pubblici con le pezze al culo.

Quindi ripartiamo dal conflitto senza seguire i sogni di una concertazione che ha condannato il sindacato a un ruolo subalterno e lontano dagli interessi reali dei lavoratori.

Cobas Pubblico Impiego