Lettera aperta dei dipendenti di Alba Service a tutte le Istituzioni
On. Le ViceMinistro Allo Sviluppo Economico Dott. Teresa Bellanova
S.E. Prefetto di Lecce Dott. Claudio Palomba
Sig. Presidente Regione Puglia Dott. Michele Emiliano
Sig. Vice Presidente Regione Puglia Dott. Antonio Nunziante
Sig. Presidente VII Commissione Regionale Dott. Erio Congedo
Sig. Assessore Sviluppo Economico Avv. Loredana Capone
Sig. Assessore Politiche del Lavoro Dott. Sebastiano Leo
Sig. Assessore Welfare Dott. Salvatore Negro
Sig. Presidente Provincia di Lecce Dott. Antonio Gabellone
Sig. Commissario Alba Service S.p.A. Dott. Mauro Spagnulo
LORO SEDI
OGGETTO: APPELLO – ISTANZA
Onorevoli Signori,
Vi scrivono centotrenta lavoratori dipendenti di Alba Service S.p.A., società in house totalmente partecipata dalla Provincia di Lecce e attualmente in fase di liquidazione.
Siamo certi che la nostra storia non debba essere puntualmente richiamata, perché non solo a Voi ben nota, ma anche nei Vostri pensieri di governanti e amministratori provenienti ed eletti in questo territorio. Diciamo soltanto che nei servizi e nei progetti che abbiamo portato avanti nel corso di questi anni, nell’Ambito dei settori nei quali Alba Service ha operato, tra i quali strade provinciali, scuole e servizi sociali, abbiamo profuso la nostra professionalità, il nostro impegno e il nostro cuore. La nostra Società non è stata uno dei tanti “carrozzoni clientelari” come si definiscono, e come sono, molte Aziende del nostro tipo, ma una società efficiente e fino a pochissimi anni fa produttrice di utili che riversava essa all’Ente proprietario.
Siamo ben al corrente che la recente ridefinizione del ruolo delle Province, in seguito all’approvazione del DDL Del Rio, e dei decreti attuativi, ha portato ad una drastica riduzione dei fondi assegnati a questi Enti, assieme alla rimodulazione e riduzione delle funzioni che essi sono chiamate a svolgere. Nello stesso tempo, le leggi di Stabilità che si sono succedute in questi anni, hanno operato tagli consistenti e immediati, prima ancora che i tempi e le fasi del riordino fossero maturi e compiuti. In questi contesti di caos organizzativo succede spesso che a farne le spese e pagare le conseguenze siano le ultime ruote del carro, i più deboli e indifesi, e cioè i lavoratori e le loro famiglie. Ed è quello che purtroppo sta accadendo.
Alla drastica riduzione dei servizi e delle attività, si è aggiunto ormai da mesi il blocco degli stipendi, che non vengono più erogati da settembre 2015. In questa lunga fase di crisi, si deve dare atto ai lavoratori e alle OO.SS che li rappresentano, anche nei momenti di più dura protesta, di aver affrontato queste situazioni con dignità, civiltà e rispetto per gli interlocutori, attendendo pazientemente soluzioni che purtroppo non arrivavano e anzi apparivano prendere la forma di uno scaricabarile penoso e inconcludente.
Nonostante la costituzione di un Tavolo Permanente coordinato da S.E. il Prefetto di Lecce, presso l’U.T.G., tra i vari Enti cointeressati e le OO.SS. dei lavoratori, e nonostante la sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa, appena due mesi orsono, tra i diversi Protagonisti con reciproci impegni, appare imminente, addirittura in questi prossimi giorni, da parte degli Organi Societari, l’apertura delle procedure di licenziamento collettivo per i 130 dipendenti. Tale decisione, per i ristretti tempi della procedura, e quindi per la seria e obiettiva difficoltà di cercare e trovare, in quei pochi giorni, soluzioni, potrebbe portare, per l’appunto in breve tempo, allo scioglimento della società e al licenziamento del personale. Anche a causa della mancanza di significativi ammortizzatori sociali che tutelano società della nostra specie nelle fasi di crisi, l’avvio di questa Procedura sarebbe davvero una sciagura per i lavoratori e le loro famiglie, moltissime con figli piccoli e adolescenti, in un contesto nel quale la crisi occupazionale è ancora virulenta e quindi quasi impossibili ricollocazioni sul mercato del lavoro. A giusto titolo si potrebbe usare la triste espressione “gettare le persone in mezzo ad una strada”, perché di fatto così sarebbe per 130 famiglie.
Eccellenze, Signori Onorevoli, Signor Presidente, Signori Amministratori, ogni posto di lavoro perduto è un dramma individuale e collettivo.Un dramma per la comunità salentina, perché Alba Service in tutti questi anni ha agito come una vera società d’interesse generale.
Ma è anche un dramma individuale e familiare: con questo nostro Appello Vi chiediamo, pertanto, nell’ambito delle rispettive competenze istituzionali, facendo richiamo alla Vostra coscienza e sensibilità di persone delle Istituzioni, di farVi carico della nostra situazione, agendo per la revoca o, in subordine, per il rinvio della procedura di licenziamento, e di favorire nel contempo la convocazione del Tavolo di crisi. La Vostra partecipazione e un’azione coordinata tra le varie Istituzioni, con l’utilizzo di tutti gli strumenti che le norme consentono, potrebbe consentire di raggiungere un duplice obiettivo: salvare 130 persone e le loro famiglie, garantendone i posti di lavoro e soprattutto la dignità umana e professionale, attraverso lo sblocco dei servizi o in alternativa attivando procedure di mobilità, ai sensi delle leggi vigenti, e non aggravare la drammatica situazione occupazionale della nostra Provincia, nell’incalzare di una crisi che da economica è rapidamente diventata sociale.
Con osservanza.
Lecce, 06 febbraio 2016 I Dipendenti Alba Service S.p.A.