Ospedale San Giuseppe da Copertino riparte, azzoppato, ma riparte
Spett.le
Regione Puglia
c.a. Presidente Michele Emiliano
c.a. Direttore Dipartimento Promozione della Salute Dott.Vito Montanaro
Spett.le
Azienda Sanitaria Locale (A.S.L.) Lecce
c.a. Direttore Generale Dott. Rollo
c.a. Direttore Sanitario Dott.Carlà
Spett.le
Presidio Ospedaliero San Giuseppe
c.a. Direttore Sanitario Dott. Cosimo Longo
Spett.le
Comune di Copertino
c.a. Sindaco Prof.ssa Sandrina Schito
c.a. Consiglieri Comunale
Oggetto: Ospedale San Giuseppe da Copertino riparte, azzoppato, ma riparte.
La scrivente O.S. Cobas Pubblico Impiego di Lecce, in occasione della riapertura dell’ospedale San Giuseppe da Copertino ringrazia tutto il personale sanitario che, tra mille difficoltà, con serietà e professionalità ha contribuito a curare i pazienti Covid19 post acuzie, nonostante una gestione apicale approssimativa. Ora si ritorna all’antico, sperando che i vertici aziendali, concedano al presidio ospedaliero la possibilità di esprimersi ai livelli che gli si addicono.
Certo l’inizio non promette nulla di buono, ma vogliamo sperare che lo sciagurato assetto dato in questa prima fase, sia solo momentaneo e possa evolversi in un presidio migliorato, secondo promesse.
Come sempre accade, anche in questa occasione tutti, ma proprio tutti, saltano sul carro della riapertura gridando a più non posso la loro solidarietà. Per puro caso sono le stesse persone che hanno firmato chiusure, ridimensionamenti, saccheggi di personale o che davanti a palesi soprusi nei confronti del San Giuseppe si sono voltati dall’altra parte per interessi corporativi.
Hanno gridato della riapertura a mezzo social e a mezzo stampa Assessori Regionali, vice Presidenti di Commissione della Regione Puglia, sindacalisti e accoliti vari.
Noi dei COBAS lo denunciamo da tempo: la sanità è gestita da incapaci nominati da politici incapaci, gestiti da un sistema alla costante ricerca di utili imbecilli per tutelare i propri interessi.
Sorvoliamo sulla ritardata lettura della direttiva dell’AReSS per la gestione del rientro del personale sanitario in servizio attivo, che venerdì 22 maggio ha rischiato di vanificare tutto il lavoro svolto fino ad ora.
Leggendo le varie determine del Direttore Sanitario di Presidio, è facilmente comprensibile che il San Giuseppe, difficilmente potrà essere pienamente operativo da subito. Sta succedendo quanto da noi previsto non perché facciamo gli indovini, ma perché leggiamo gli eventi da uomini liberi. Per esempio gli ortopedici da otto sono diventati quattro e quindi quel reparto non potrà funzionare come in origine, il 50% dei chirurghi spostati, rimarrà presso l’Ospedale di Gallipoli, il Pronto Soccorso ha perso il personale “donato” ad altri presidi, del trasfusionale non c’è traccia, la Medicina e la Geriatria si ritrovano riunite in un nebuloso reparto di area internistica, che potrebbe precludere alla fusione di quei reparti, con sottrazione al presidio di un ulteriore Primariato; la Cardiologia non avrà più l’unità intensiva cardiologica, sostituita da pochissimi posti (quattro) di riabilitazione; della tanto sbandierata T.I.P.O., rimane solo una controfigura indefinita, povera e inutile, l’osservazione breve post operatoria, come si legge sui nuovissimi totem informativi all’ingresso del presidio
Se questa è l’idea di ospedale della Direzione di presidio e di chi lo ha suggerito, invitiamo ancora una volta i componenti della direzione strategica della ASL, a prendere atto che i profili professionali da loro “attentamente scelti” sia per la gestione ordinaria che per quella straordinaria del San Giuseppe hanno miseramente fallito poiché i criteri sono stati ancora una volta non basati sulla meritocrazia, ma sul clientelismo politico.
Le strutture sanitarie non potranno più reggere questo costante scempio della sanità pubblica se non si adotteranno criteri più rigorosi e non si sceglieranno figure competenti per i posti di comando.
Invitiamo i vertici della ASL a sollecitare il rientro in sede di tutto il personale donato ad altre strutture o comunque alla sostituzione dello stesso e a sostenere un aggiornamento delle tecnologie in tutti i reparti, solo in questo modo il San Giuseppe da Copertino potrà tornare ad essere una valida struttura sanitaria, anche se di base, al sevizio dei cittadini.
Lecce, 24 Maggio 2020
Confederazione Cobas Lecce
Cobas Pubblico Impiego
Dott.Giuseppe Pietro Mancarella