Ospedale San Giuseppe di Copertino, allora riapre o no ?
Spett.le
Azienda Sanitaria Locale (A.S.L.) Lecce
c.a. Direttore Generale Dott. Rollo
c.a. Direttore Sanitario Dott.Carlà
Spett.le
Regione Puglia
c.a. Direttore Dipartimento Promozione della Salute Dott.Vito Montanaro
Spett.le
Presidio Ospedaliero San Giuseppe
c.a. Direttore Sanitario Dott. Cosimo Longo
Spett.le
Comune di Copertino
c.a. Sindaco Prof.ssa Sandrina Schito
c.a. Consiglieri Comunale
Oggetto: ospedale di Copertino, allora riapre o no ?
La scrivente O.S. Cobas Pubblico Impiego di Lecce, fa presente che sono passate due settimane dal primo roboante annuncio della riapertura del San Giuseppe e una settimana dalla lettera del dott. Vito Montanaro, responsabile del Dipartimento Salute della Regione Puglia, che ha invitato il Direttore Generale della ASL di Lecce, dott.Rodolfo Rollo, ad approntare con urgenza un programma delle azioni da intraprendere per il ripristino delle attività nel San Giuseppe.
Ad oggi, tranne scontate litanie partigiane sui social e articoli sui quotidiani, nulla si è mosso, né tra i vertici della ASL, né nella Direzione Sanitaria di presidio che, stante la vacanza dei vertici medici, assolutamente inadeguati alla situazione, somiglia sempre più ad una preda di guerra contesa tra organizzazioni sindacali per accaparrarsi i posti di sub-potere. Ci si ritrova così, a far gestire una direzione sanitaria da figure non in possesso delle nozioni minime e non previste dalla legge.
I responsabili dei reparti, se così si possano ancora chiamare, provano ad organizzarsi in maniera autonoma, ma la mancanza di un atto ufficiale e il personale sparso in tutti gli Ospedali della ASL, se non in ferie obbligate, rende tutto molto difficile e aleatorio.
I responsabili dei reparti dei pazienti post acuzie, sempre nel disorientamento più totale, non conoscono il futuro prossimo e non possono rifiutare eventuali ricoveri dai presidi covid, salvo ordini scritti, che a tutt’oggi non esistono.
In attesa delle delibere specifiche, ribadiamo le nostre richieste:
• Un piano di richiamo nel San Giuseppe di tutti gli operatori sanitari spostati in altri presidi e di ridistribuzione di tutto il personale, anche di quello che inutilmente sosta nelle direzioni o in ambulatori fantasma.
• Un piano di accesso al Pronto Soccorso e al Presidio per pazienti e personale in accordo con le direttive e il buon senso, per intercettare soprattutto gli asintomatici che necessitano di ricovero ospedaliero, attrezzando anche il laboratorio del San Giuseppe per processare rapidamente i tamponi.
• Un piano di acquisizione di DPI, sufficienti alle esigenze giornaliere del presidio, poiché cambierà solo il modo di assistere i pazienti, ma i rischi di contagio permarranno.
• Un piano, stante il periodo che vieta le visite dei parenti, per permettere ai futuri pazienti, specie anziani, di rimanere in contatto con i propri parenti.
• Una sistemazione, approfittando del periodo di inattività del presidio, degli ascensori, al fine di renderli utilizzabili per il trasporto delle barelle da area critica, visto che la Cardiologia è al III piano e le Sale Operatorie con associata, eventuale, T.I.P.O. al primo piano.
• Un piano che definisca i percorsi e gli ascensori da utilizzare per i servizi: trasporto pazienti, trasporto rifiuti, trasporto biancheria, trasporto pasti, ora completamente promiscui.
• Una messa a norma del pavimento dissestato (come nello spazio antistante ex ginecologia) in tutta la struttura, e la chiusura delle falle da cui entra la pioggia, specie nelle scale che si trasformano in rivoli in piena, fatto molto pericoloso.
Se la Direzione di presidio, con relativi inutili suggeritori, si dovesse ritenere incapace di effettuare tali e altri interventi, abbandoni subito il campo. Se mai l’Ospedale dovesse riaprire, una nuova diffusione dell’infezione nel presidio, non salverà il San Giuseppe dalla chiusura definitiva.
Lecce, 29 Aprile 2020
Confederazione Cobas Lecce
Cobas Pubblico Impiego
Dott.Giuseppe Pietro Mancarella