Per l’Ateneo salentino è venuto il momento di scelte coraggiose
È notizia di pochi giorni fa che per il 2018 l’Università del Salento ha visto l’aumento del Fondo di Finanziamento Ordinario.
Con due decreti, infatti, l’attuale Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ha interrotto la tendenza alla progressiva riduzione dei fondi ministeriali per gli Atenei, soprattutto di quelli meridionali, messa in atto negli ultimi anni.
Un decreto introduce nella ripartizione del FFO importanti criteri perequativi in favore dei piccoli Atenei del Sud. L’altro stabilisce l’aumento del “costo standard per studente”, che fino ad ora aveva gravato fortemente sulle Università meridionali. Grazie a questo secondo decreto nel calcolo del costo standard per studente si terrà conto anche del contesto economico territoriale su cui sorge l’Ateneo, del reddito medio familiare della Regione, della capacità contributiva effettiva degli studenti iscritti, e della accessibilità e della rete dei trasporti che collega l’Ateneo al resto del Paese.
Riequilibrio delle risorse finanziarie in favore degli Atenei del Sud e aumento del costo standard per studente erano alcuni dei temi sottoposti all’attenzione della Ministra per il Sud, Barbara Lezzi, da Cobas Unisalento, nell’incontro pubblico dedicato agli Atenei meridionali e al precariato della ricerca, organizzato dalla stessa sigla sindacale lo scorso 20 Luglio, presso l’Università del Salento.
Buone notizie, dunque, per l’Ateneo salentino e per il territorio. Ed è venuto il momento di scelte coraggiose anche per gli Organi di governo dell’Università del Salento.
Il nostro Ateneo ha registrato un aumento del FFO di circa 3 milioni di euro, di cui 600 mila liberi da vincoli e spendibili nel 2018. A queste risorse vanno aggiunte quelle derivanti dall’utile del Bilancio di esercizio 2017, vale a dire 2,12 milioni di euro. Di questi, 218 mila sono stati destinati ad assegni di ricerca e 352 mila alla ricerca di base.
Come in più occasioni abbiamo fatto notare, presso il nostro Ateneo lavorano da anni circa 200 precari della ricerca, se consideriamo i Ricercatori a Tempo Determinato di tipo A – figura introdotta nel 2010 dalla legge Gelmini per sostituire quella del Ricercatore a Tempo Indeterminato – e gli Assegnisti di ricerca. Molti di questi Ricercatori hanno già conseguito anche l’Abilitazione Scientifica Nazionale a professori Associati. Un precariato dunque più che qualificato, su cui MIUR, Ateneo e Regione Puglia hanno già investito cospicue risorse.
Ci chiediamo allora perché gli Organi di governo dell’Ateneo non ritengano necessario investire almeno parte delle risorse finalmente disponibili per offrire ai propri Ricercatori una possibilità di rimanere e produrre per l’Ateneo e il territorio salentino.
Ci domandiamo insomma perché, invece di nuovi anni di precariato, non vengano investite le risorse finalmente disponibili per creare nuovi posti di Ricercatore a Tempo determinato di tipo B, l’unica tipologia di contratto che permetta di accedere alla posizione di professore universitario a tempo indeterminato. Ad una condizione, naturalmente: essere valutati scientificamente qualificati, in un concorso pubblico e nazionale.
Vale la pena di ricordare che l’Amministrazione spende anche 500.000 euro per contratti d’insegnamento.
Sommando le risorse disponibili si potrebbero bandire fino a 60 posti di Ricercatore a Tempo determinato di tipo B.
Il FFO 2018, a nostro avviso, consentirebbe, poi, nuove progressioni di carriera per i docenti di ruolo.
Il pagamento degli scatti stipendiali, infatti, non dovrebbe più gravare sul Bilancio d’Ateneo giacché è stato finanziato dal MIUR nell’ambito dei 3 mln di aumento del FFO.
Pertanto, le somme precedentemente vincolate a quello scopo potrebbero ora essere impiegate per soddisfare almeno in parte le legittime aspettative di carriera dei Ricercatori a Tempo Indeterminato e dei professori Associati, in possesso di Abilitazione Scientifica Nazionale.
Inoltre, a fronte della discreta scorta di risorse aggiuntive, il Consiglio di Amministrazione nella riunione dello scorso 25 Settembre ha deliberato l’aumento del Fondo Incentivante del Personale Tecnico Amministrativo per circa 100.000 euro. Scelta ripetutamente sollecitata da Cobas Unisalento, per rimediare alle penalizzazioni economiche subìte nel corso degli ultimi anni, e per nulla sanate dal nuovo CCNL.
Tuttavia, anche in questo caso le scelte compiute dall’Ateneo risultano poco coraggiose e non soddisfacenti.
Lecce, 05 ottobre 2018
Cobas Unisalento
Manfredi De Pascalis