Provincia di Lecce: a Palazzo dei Celestini inizia la protesta dei dipendenti per le indennità tolte. Un’assemblea mai vista per il numero di partecipanti.
Dal mese di ottobre si ritroveranno tra i 100 e i 150 euro in meno in busta paga i dipendenti della Provincia di Lecce, a cui fino al 31 dicembre prossimo non sarà più pagato il trattamento economico accessorio. Si tratta di 800mila euro che Palazzo dei Celestini vuole recuperare tramite la sospensione di quella corresponsione per 3 mesi.
“La colpa non è nostra ma dei dirigenti che approvarono quel contratto integrativo”, sostengono i lavoratori, in sit-in presso Palazzo Adorno la sede del Presidente della Provincia Gabellone.
Il preannunciato sit- in organizzato dalle OO.SS. si è rilevato all'altezza delle aspettative: più di 400 persone, tra impiegati e funzionari hanno dapprima manifestato la loro preoccupazione per strada, per poi riunirsi in un'infuocata assemblea presso la sala consiliare della Provincia. L'obiettivo è spostare la rotta della vertenza su altri binari che risolvano il deficit finanziario, senza compromettere le voci accessorie dell'esiguo stipendio: quelle 100, 200 euro in meno ogni mese “peseranno eccome sulle nostre tasche”, denunciano i dipendenti. Centinaia di famiglie, per lo più monoreddito, potrebbero essere costrette a rivedere i propri conti, già ad ottobre: quando la delibera dell'ente che stabilisce il recupero della somma mancante, spalmandola in 5 anni, diventerà esecutiva.
Il “sacrificio” imposto, secondo i sindacati, ai “soliti noti, mentre i vertici ed i dirigenti dell'ente non vengono mai colpiti dalla scure economica”, avrebbe all'origine un errore di carattere amministrativo. “Nel 2007, in sede di rinnovo del contratto, gli amministratori ci presentarono il fondo certificato per il personale, che prevedeva degli incrementi legittimi”, spiega Giovanni Manzo di Csa. Cinque anni più tardi, l'intervento della Ragioneria dello Stato ha certificato, invece, una somma illegittimamente inserita nei fondi per il trattamento accessorio del personale dipendente degli anni 2007-2012 , pari a 800 mila euro.
Di mezzo, tuttavia, c’è il parere della Ragioneria dello Stato che ha avvallato la richiesta di restituzione delle somme erogate direttamente ai dipendenti, che si sentono lasciati soli e che si aspettavano che l’ente Provincia scendesse al loro fianco, invece di pretendere indietro le indennità erogate.
Quel che è peggio, secondo gli interessati, è che il ventaglio di proposte alternative per ripianare il debito, “non sono state prese in considerazione dalla delegazione trattante”. La richiesta pervenuta alla parte pubblica prevedeva due strade che sventavano il rischio di metter mano ai portafogli dei dipendenti: innalzare il fondo del personale inglobando, in esso, il fondo per lo straordinario -“da sempre appannaggio di pochi fortunati”, dicono i referenti sindacali”- e ridimensionare la somma da destinare alle posizioni organizzative ed alte professionalità.l'accordo non è stato concluso e l'assemblea dei lavoratori ha scelto di proseguire sulla scia della protesta. Senza escludere la possibilità di accedere alle vie legali, in mancanza di valide alternative.“