Report reale della situazione in Palestina
E’ con enorme sdegno e rabbia personale che per l'ennesima volta dobbiamo assistere all'ennesimo massacro della popolazione civile palestinese di Gaza: E questa volta accade non solo senza che alcuna voce si levi a a denunciare l'ennesimo massacro, ma c'è un attacco mediatico insopportabile contro i palestinesi. Come tutti sanno giovedì scorso c'è stato un attacco contro israeliani.. Senza alcuna prova gli israeliani hanno addebitato immediatamente questo attacco ai palestinesi, iniziando a bombardare gaza, arrestando in massa palestinesi anche in cisgiordania, oltre che ad ammazzare militari egiziani. a dirla tutta l'attentato torna a tutto vantaggio di israele, dato che come e' noto a settembre all'onu si discutera' del riconoscimento dello stato palestinese. riconoscmento che sta avendo grandissimo sostegno a livello internazionale, a parte i soliti noti (usa ed italia in testa). insomma mai attentato, come questo, e' “capitato” a fagiolo. E a fronte della solita nota potenza di fuoco assassina e distruttrice degli israeliani, bisogna avere il coraggio e la forza di sostenere il diritto dei palestinesi a difendersi, tenendo conto, peraltro, della assoluta sproporzione delle forze, a svantaggio dei palestinesi Così come bisogna avere la forza ed il coraggio di denunciare le porcate mediatiche che falsificano costantemente gli avvenimenti, provando ad evitare che continui l'ennesimo massacro dei palestinesi, e di sostenerne la causa fino alla fine della occupazione israeliana.
Salvatore Stasi
n.b.: a seguire un report reale della situazione in Palestina, aggiornato a ieri e tratto dal sito http://www.forumpalestina.org/
L’assedio di Gaza. Israele minaccia operazione via terra di Emma Mancini
Le bombe illuminano il cielo di Gaza. Bilancio salito a 15 morti (tra cui un 13enne, un bambino di 5 anni e uno di due) e almeno 40 feriti, affollati gli ospedali gazani. Per il terzo giorno e la seconda notte consecutivi, elicotteri Apache e F-16 dell’aviazione israeliana stanno sorvolando e bombardando a tappeto l’intera Striscia.
Un attacco continuo, contro case, palazzi, parchi giochi, piazze. È la risposta israeliana all’attacco di giovedì ad Eilat dove sono morti otto civili israeliani. Ieri tra i target dell’esercito israeliano sono finiti il campo profughi di An-Nuseirat, nel centro di Gaza, e un campo di addestramento delle Brigate Al-Qassam, braccio armato di Hamas. Ma ad essere colpito è stato l’intero territorio: raid continui hanno distrutto abitazioni e fabbriche a Gaza City, nelle città di Beit Hanoun e Beit Lahiya a Nord e a Khan Younis a Sud. Nel tardo pomeriggio è stata distrutta una fabbrica a Est di Gaza City, bilancio di 9 feriti, di cui due dichiarati clinicamente morti.
Portavoce dell’esercito israeliano hanno reso noto che l’aviazione “ha bombardato due fabbriche illegali di armi al centro della Striscia e altri siti di attività terroristica a Nord e Sud”. Israele non ha dubbi, seppur la zona colpita giovedì dal commando armato non sia sotto il controllo di Hamas e lo stesso gruppo abbia negato il proprio coinvolgimento: la responsabilità dell’assalto è da imputare a Gaza. “Se Hamas vuole un’escalation, pagherà un prezzo molto alto”, ha detto ieri alla radio pubblica il brigadiere generale Yoav Mordechai, sottolineando che le autorità israeliane non escluderebbero un’operazione di più vaste proporzioni contro la Striscia, probabilmente via terra.
Per ora a rispondere è stato il Popular Resistance Committees, che ha perso giovedì nei bombardamenti israeliani quattro dei suoi membri: mentre Hamas ha annunciato la fine del cessate il fuoco verso Israele (un portavoce delle Brigate al-Qassam, braccio armato del gruppo, ha dichiarato: “Non c'è più una tregua con Israele di fronte al massacro ingiustificato della popolazione palestinese”), ieri il PRC ha rivendicato il lancio di una ventina di missili Qassam contro le città israeliane di Be’er Sheva, Ashkelon e Kyriat Gat.
Tensione anche con l’Egitto, che ha convocato l’ambasciatore israeliano a Il Cairo e ha ritirato il proprio da Tel Aviv dopo l’uccisione di cinque guardie di frontiera egiziane: tre sarebbero morte giovedì uccise da cecchini israeliani, due ieri centrate da un missile mentre pattugliavano il confine con Rafah. Mentre nel Paese sono state indette manifestazioni spostanee contro Israele,il governo provvisorio egiziano ha chiesto ad Israele scuse ufficiali, ripetendo di non aver alcuna responsabilità negli attacchi. “L’Egitto ha inviato una protesta ufficiale a Israele– ha detto alla Reuters un ufficiale dell’esercito egiziano – e chiede un’inchiesta immediata che chiarisca le circostanze della morte dei militari”.
Intanto, a pagare il prezzo della vendetta israeliana è anche la Cisgiordania. Ieri, nel terzo venerdì di Ramadan, è stato impedito ai musulmani residenti in West Bank di entrare a Gerusalemme per pregare nella Moschea Al-Aqsa. Nei venerdì precedenti gli uomini sopra 50 anni e le donne sopra 45 avevano potuto attraversare il Muro di Separazione, ma ieri l’esercito ha bloccato indistintamente tutti coloro che tentavano di passare i checkpoint lungo il confine.
La polizia israeliana ha blindato la città, innalzando barricate intorno a Gerusalemme Est e chiudendo la Porta di Damasco, ingresso alla Città Vecchia. Scontri tra i poliziotti e i fedeli che tentavano di varcare le barriere difensive: la polizia ha disperso la folla lanciando cannoni ad acqua e bombe sonore e ha arrestato due palestinesi.
(Fonte: (Alternative Information Center)