Scuola 2011-12 : nel Salento sprechi pubblici e interessi privati
Tagli di classi, tagli di personale scolastico, conseguenti tagli di diritti: al contempo sprechi perduranti nel mondo della scuola nella provincia di Lecce.
A chi addebitare le responsabilità? Ognuno dei destinatari ha potere e dovere di intervento per rimuovere le diverse forme di dissipazione del denaro pubblico, a danno di interessi collettivi, ma a vantaggio di quelli privati.
In un momento dei più critici della storia economica dello stato italiano, quando le istituzioni tagliano drasticamente i diritti e le risorse pubbliche, hanno il prioritario dovere di azzerare gli sprechi, per evitare che tagli e sacrifici imposti siano vanificati.
Alcuni esempi di sprechi diversi, nella Provincia di Lecce:
-Ancora istituti scolastici superiori sono ubicati in locali privati con costi di centinaia di migliaia di euro annui: mauno scheletro in calcestruzzo di un mega- edificio scolastico, idoneo ad ospitare almeno 50 classi, giace vergognosamente nell’abbandono fisico e delle istituzioni da oltre 10 anni, in v. S. Pietro in Lama Lecce: di chi le responsabilità? Quanti altri immobili pubblici inutilizzati e nel degrado?
-I piani di sicurezza ed evacuazione scolastica: in genere solo ripetitivi rituali cartacei ripetitivi da un anno all’altro, e ridicole e seminutili simulazioni di sgombero, assai di rado legati a interventi utili e necessari ad assicurare realmente la tutela della salute di studenti e operatori scolastici. Rituali affidati a studi privati, per il costo provinciale di centinaia di migliaia di euro anno: mentre gli uffici pubblici, provinciali e comunali, che dispongono già di personale qualificato e delle mappe degli istituti di loro proprietà, in collaborazione con aziende da loro controllate (Alba Service , Lupiae Servizi, etc) potrebbero a costi quasi zero approntare i piani di sicurezza e di evacuazione. Perché foraggiare annualmente e inutilmente studi privati, invece di utilizzare e valorizzare il personale pubblico per redigere piani di sicurezza fotocopia di anno in anno, quindi approntabili una volta per sempre?
–Idem per la gestione delle reti informatiche dei singoli istituti:perché non affidare a personale specializzato delle suddette aziende a controllo pubblico, magari da integrare o incentivare, l’assistenza tecnica delle reti informatiche scolastiche,ora appaltata esosamente a privati?
– Ancora più scandaloso, anche perché altamente diseducativo verso gli studenti, per i quali gli istituti redigono nei POF nobilissimi intenti, e ai quali le autorità pubbliche rivolgono messaggi di educazione ambientale: il gigantesco spreco dei caloriferi: inesorabilmente si accendono il 15 novembre e si spengono il 15 di marzo, a prescindere se nelle aule si soffra il freddo,o se le temperature sono ancoraautunnali o già primaverili, quindi miti. Caloriferi accesi cinque ore ininterrottamente, talvolta anche il pomeriggio,con finestre spesso aperte a disperdere il conseguente calore insopportabile in aule sempre più affollate. Nessun meccanismo termostatico, nessun controllo intelligente nessuna attenzione al risparmio energetico contemporaneamente sollecitato a parole smentite dai fatti .Così i nostri studenti dovrebbero maturare comportamenti responsabili verso i beni pubblici e l’ambiente! Avverrà anche quest’anno, nella Puglia paladina nazionale delle energie alternative, delle nobili narrazioni vendoliane, ma anche degli sprechi energetici pubblici tradizionali…?
-Sembra che alcuni istituti navighino nell’oro se producono costosa mega pubblicità per attirare studenti clienti: quando a farlo, tramite tv o maximanifesti, sono scuole dell’obbligo (es. il Diaz di Lecce) che servono un preciso bacino di utenza nella città è inutile anche secondo la logica del mercato; se, grazie alla pubblicità attraessero diverse centinaia di alunni oltre la capienza della loro sede, produrrebbero solo problemi e grattacapi per reperire altre sedi e per il personale, senza offrire un’offerta formativa diversa da quella degli altri istituti paralleli. I sicuri beneficiari di tale inutile e sprecona pubblicità pubblica sono le aziende di marketing.
–Altri istituti dell’obbligo( perfino elementari come il Battisti) sembra che siano frequentate solo da figli di facoltose famiglie cittadine: se organizzano “viaggi di istruzione” per classi terminali a Roma al costo di 250 euro per alunno: hanno forse dimenticato che sono scuole obbligatorie e gratuite e che “imporre“ tale cifra a famiglie indigenti e di immigrati di fatto produce quantomeno discriminazione finale: a meno che la scuola non garantisca con proprie risorse, a tutti gli indigenti la partecipazione al viaggio!? Non si riesce ad offrire il pane e si “costringe” a comprare le brioches: a vantaggio della socializzazione, della crescita umana o di chi…? Tali obiettivi si raggiungono meglio con un viaggio a Leuca, Brindisi, o sulle Serre salentine, della classe al completo.
–Infine i dirigenti, di alcuni istituti così prodighi per alcuni aspetti, tirano la cinghia quando si tratta di nominare supplenti, o di concedere ore di supplenza a pagamento, per assicurare la copertura del servizio scolastico per l’intero orario scolastico, garantito con il POF a studenti e famiglie; ciò è soprattutto –ma non solo- imputabile al ridimensionamento dei fondi ministeriali; ma il bilancio d’istituto potrebbe e dovrebbe, proprio per questo, essere gestito con maggiore attenzione ai bisogni primari. La conseguenza: classi accorpate, in ore di assenza del docente, nelle scuole dell’obbligo; o nelle superiori classi anche di minorenni fatte entrare perfino due ore dopo o uscire due ore prima dell’orario ufficiale ( in genere con preavviso alle famiglie che non annulla i rischi, il disagio, la mancata tutela di minori affidati): è tutto legittimo?
-Non diversa è la situazione degli ATA, spesso non sostituiti con personale supplente, ma talvolta coperti legittimamente (?) con i servizi espletati dagli ex LSU.
Le risorse pubbliche vanno utilizzate responsabilmente (soprattutto in un periodo di grave crisi e con bilanci scolastici sempre più risicati, per irresponsabili politiche economiche governative) finalizzandole a garantire i diritti del personale e degli studenti, Regione, Provincia e Comuni hanno il dovere di verificare tali sprechi ed inefficienze e intervenire per azzerarli, alcuni da subito. O comunque devono giustificare pubblicamente gli ostacoli che eventualmente impediscono loro di farlo.
Cobas Scuola Lecce
Giovanni Seclì