Silvia, la figlia del Ministro Fornero con il posto fisso vicino a mamma e papà! Ma forse sono due?
Negli ultimi giorni dal governo sono arrivati ripetuti attacchi contro il posto fisso. L’ultimo in ordine di tempo è stato quello di Elsa Fornero che l’ha definito “una illusione”. Messaggi di questo tipo, rivolti ai giovani, sono chiaramente un invito ad accettare l’impiego a termine come normale condizione lavorativa.
Ma i figli della Fornero che lavoro fanno? Una risposta l’ha data il quotidiano Libero che ha indagato sull’attuale occupazione di Silvia Deaglio, figlia di Elsa e di Mario Deaglio, noto economista e giornalista. E così si scopre che Silvia Deaglio, a soli 37 anni, è già professore associato alla facoltà di medicina dell’Università di Torino oltre ad essere anche responsabile della ricerca presso la HuGeF, una fondazione che si occupa di genetica, genomica e proteomica umana.
La notizia è facilmente verificabile sul sito internet dell’università di Torino. I dati della baby Fornero compaiono sotto quelli di suo padre. Come giustamente fa notare Libero “non c’è nulla di illegale” in tutto questo, tuttavia non si può non notare che Silvia Deaglio ha un posto fisso nel super tutelato mondo accademico ed è collega sia di mamma che di papà. Almeno per Silvia la conquista di un posto fisso non è stata una illusione.
Silvia Deaglio, 37 anni, risulta professore associato alla facoltà di Medicina dell’Università di Torino. Il secondo impiego è quello di responsabile della ricerca presso la HuGeF, una fondazione attiva nel campo della genetica
Il ministro del Lavoro che ha un figlia con doppio lavoro e per giunta nella stessa università torinese di mamma e papà. Silvia Deaglio, 37 anni, risulta così ricercatrice in oncologia e professore associato alla facoltà di Medicina dell’Università di Torino. Il secondo impiego è quello di responsabile della ricerca presso la HuGeF, una fondazione attiva nel campo della genetica, genomica e proteomica umana.
La figlia del ministro ha preso a insegnare medicina, a soli 30 anni, proprio nella stessa università in cui insegnano economia il padre Mario e la madre neoministro.
Ma anche l’altro posto fisso che affligge Silvia è sotto tiro. Dietro l’incarico presso la “Human Genetics Foundation” ci sarebbe ancora lo zampino di mamma. Solo perché la fondazione è stata creata dalla Compagnia di San Paolo di cui la Fornero era vicepresidente, dall’università di Torino in cui insegnano i genitori e dal Politecnico di Torino il cui rettore era nel consiglio direttivo della Fondazione, fino a che non è diventato ministro dell’Istruzione con il nome di Francesco Profumo. Sarà che Torino è piccola. E che – come scrive Dagospia – la figlia del ministro è “l’incarnazione del ceto accademico-bancario della sinistra liberale sabauda” (e lei, per non smentire l’alto lignaggio, ha sposato un alto dirigente di banca, Giovanni Ronca, già responsabile dell’area Nord–ovest di Unicredit). Ma queste son chiacchiere da bar, gossip, tutto fumo.
Per diradare nebbie e dubbi bisogna scorrere tutto il curriculum senza fermarsi all’intestazione. Si scopre allora che Silvia il suo successo lo merita tutto quanto perché è una calamita di fondi pubblici e privati, un prodigio della natura nel finanziare la ricerca. Soprattutto la propria. In un Paese che investe in questo campo meno dell’1% del Pil Silvia Deaglio è riuscita a ottenere dai ministeri della Salute e della Ricerca quasi un milione di euro in due anni (500mila nel 2008, 373.400 e 69mila nel 2009). Le briciole arrivano dalla Regione Piemonte con finanziamenti a progetti per 12mila e 6mila euro. Altrettanto frenetica l’attività di ricerca fondi per il secondo posto fisso, dove l’intervento delle “alte sfere” è palese. La Compagnia di San Paolo, quella “vicepresieduta” dalla mamma, nello stesso biennio ha finanziato a Silvia un progetto di ricerca da 120mila euro divisi in due trance da 60mila. Nel 2010 la fondazione “Human Gentics Foundation”, creatura della Compagnia stessa, ha garantito il posto da responsabile di unità di ricerca affidandole un progetto da 190mila euro. Silvia, alla fine dei conti, è una donna da un milione e mezzo di euro. A fronte di tutto questo ha pubblicato su Blood, la bibbia mondiale della ricerca sulle malattie del sangue.